Adel Taarabt nasce a Fes, in Marocco, il 24 Maggio del 1989 ma cresce calcisticamente in Francia, nelle rinomate e apprezzate giovanili del Lens, e in breve tempo il suo nome sale alla ribalta, finendo sul taccuino degli scout di mezza Europa. Fisico importante, talento cristallino, numeri da funambolo, generano immediatamente paragoni importanti, ingombranti e scomodi. Del resto come si potrebbe non cadere nella tentazione di paragonare un giovane e talentuoso trequartista francese, nato in una ex colonia nordafricana, all’icona di Zidane? Ed è così che tra un paragone e un altro, dopo un campionato tra i Dilettanti con la squadra B del Lens e 15 presenze in Ligue 1 a soli 17 anni, Taarabt passa al Tottenham di Martin Jol.
L’avventura con gli Spurs si traduce in un sostanziale fallimento. A fine stagione Jol viene sostituito da Juande Ramos, e nella finestra invernale di mercato del 2009, dopo aver collezionato solo 16 presenze complessive, Taarabt si trasferisce in prestito al Queens Park Rangers, in Championship. Qui sembra trovare la sua dimensione, in particolar modo grazie al sapiente lavoro di Neil Warnock, che riesce a limitarne il carattere esuberante e sregolato. In breve tempo Taarabt diventa un idolo per i tifosi del Loftus Road : magliette e cori personalizzati accompagnano le sue prestazioni, in un continuo crescendo che nella stagione 2010-2011 porta il fantasista marocchino a trascinare la squadra alla promozione e al ritorno in Premier League, con uno score finale di 19 gol e 23 assist e il premio di Giocatore dell’Anno.
In Premier League però la musica cambia. Complici le difficoltà della squadra, a livello tecnico e societario, complice l’allontanamento di Warnock con l’avvicendamento sulla panchina di Mark Hughes prima, ed Harry Redknapp poi, Taarabt si fa notare più per comportamenti sopra le righe che per le sue giocate. Nell’arco di due stagioni mette insieme 58 presenze e 7 reti. Poco per il suo talento e per le aspettative nei suoi confronti. Inoltre, i continui litigi con allenatori e compagni, logorano il rapporto con il club e con la tifoseria. La retrocessione della scorsa stagione segna la definitiva rottura, e il passaggio in prestito al Fulham.
Non a caso sulla panchina dei Cottagers c’è il mentore Martin Jol, che lo rivuole fortemente. Ma anche stavolta il loro rapporto non funziona. Il Fulham vive una stagione difficile e il tecnico olandese va incontro ad un altro esonero. Viene sostituito dal connazionale Meulensteen, col quale Taarabt non vede praticamente mai il campo, complici, ancora una volta, dissapori e litigi. Dodici presenze nella stagione attuale : questo è il magro bottino con cui Taarabt arriva al Milan. Eppure, le aspettative sono ancora alte. Per chi lo conosce bene, a ragione, dato lo smisurato talento e la giovane età. A 24 anni il raffinato esteta marocchino si trova di fronte ad un bivio, fondamentale per la sua carriera. Dal punto di vista prettamente economico, è innegabile che il Milan abbia intavolato e portato a termine una trattativa vantaggiosa. Il prestito fino a Giugno, con riscatto contenuto entro i 7 milioni di euro, più che abbordabile, consente di valutare al meglio il calciatore, sia dal punto di vista tecnico e tattico, che dal punto di vista comportamentale e caratteriale, aspetto che desta le principali perplessità. Bisognerà fare affidamento sul senso di responsabilità del giocatore e su un’abilità taumaturgica di Clarence Seedorf, ad oggi quindi più speranze, che certezze.
In ogni caso Taarabt aumenta notevolmente il tasso tecnico della squadra. Abile nel gioco nello stretto, straordinario nell’uno contro uno, è il classico trequartista/esterno offensivo in grado di creare superiorità numerica, saltare l’uomo, proporsi al tiro, cercare e trovare l’ultimo passaggio. Tutte qualità fondamentali nel Milan attuale. D’altro canto, bisogna sottolineare una certa discontinuità nell’arco dei novanta minuti, oltre ad una tendenza, a volte eccessiva, alla ricerca della giocata ad effetto a tutti i costi, anche a discapito della concretezza. Fondamentale sarà, pertanto, l’atteggiamento del ragazzo. La grande occasione passa una volta sola, ed è ora che il funambolo discontinuo, un po’ pazzo e un po’ naif, diventi finalmente un giocatore maturo. Questo è l’augurio, insieme al benvenuto, sperando che Taarabt possa scrivere al Milan le pagini migliori di una carriera da predestinato che fin qui ha disatteso in larga parte le aspettative.
3 comments for “Il funambolo immaturo”