Ascolta, allenatore! Io sono Behemot di Diavoltaire, e parlando in vece del Milan, ti dico (prendi appunti, che è lunga):
1 – Non avrai altro club all’infuori di me! Non ti farai scultura né idolo alcuno, non avrai figli gobbi (no, non in senso letterale) né interisti. Non comprare maglie di altre squadre, nemmeno per il cugino della sorella del tuo amico; non citerai Mou o Gonde senza iniziare la frase con “Sapete che quel pirla di…”.
2 – Non nominare il nome di Dio invano, che poi ti squalificano, coglione.
3 – Ricordati di santificare le feste! (se ci sono date doppie, festeggia un anno si e un anno no, ma mostrati contento per la ricorrenza dell’anno successivo, senza ovviamente dare meno importanza alla ricorrenza in corso)
16 Dicembre 1899: santo Erberto da Nottingham, prega per noi.
22 Maggio 1963: santo Giuseppe da Piracicaba, prega per noi.
28 Maggio 1969, santi Pierino da Cinisello Balsamo e Gianni da Alessandria, pregate per noi.
24 Maggio 1989: santi Rudenzio da Amsterdam e Marco da Utrecht, pregate per noi.
23 Maggio 1990: santo Franco da Amsterdam, prega per noi.
18 Maggio 1994: santo Deiano da Titograd, prega per noi.
28 Maggio 2003: santo Andrea da Dvirkivščyna (?), prega per noi.
23 Maggio 2007: santo Riccardo da Gama, smettila di pregare. Dai, cinque minuti. Piuttosto lancia uno sguardo minaccioso al nuovo mister, come a dire “Embè, hai un santo in squadra, ci sono problemi?”.
4 – Onora il presidente e l’AD. E anche la figlia del presidente. Se poi passa di li il fratello del presidente, Paolo, ecco, onora anche lui. Occhio all’AD, che è permaloso. Se dice cazzate, nel dubbio, onoralo.
5 – Non essere falloso. Cioè, vedi un po’ tu ma, tendenzialmente, meglio pochi che tanti, per quanto riguarda i falli. Cioè, magari mettine uno che rompa un po’ i coglioni, chessò, un Gattuso, un Colombo, ma comunque che i falli siano onesti. Tranne nelle partite importanti. Ecco, lì valgono anche i falli disonesti, se i giocatori non si fanno buttar fuori.
6 – Non commettere atti impuri. No, non c’entra proprio nulla la figlia del presidente. Né quella giovane, né quella vecchia, e nemmeno quella giovanissima. Diciamo che è meglio non farti vedere in discoteca mentre ci dai con quattro pornostar, ecco.
7 – Non rubare. O perlomeno non farti beccare. Alla fine se rubi e nessuno ti vede, non è proprio rubare, no? No? Ok, non cambia nulla. Però meglio evitare, che poi le altre squadre piagnucolano fino ad esasperare chi dirige, e poi ce le fanno pagare tutte. Si, esatto, come quest’anno.
8 – Non dire falsa testimonianza! Se si vince una partita, dai i giusti meriti al presidente. E se si perde, assumiti le tue responsabilità. La linea da seguire è facile: meriti dell’allenatore = zero, demeriti dell’allenatore = tutti; meriti del presidente = tutti, demeriti del presidente = zero. Claro?
9 – Non desiderare i giocatori d’altri (che costano un occhio della testa). Accontentati dei Nocerini, dei Muntari e degli Abbiatis, senza pronunciar parola di dissenso alcuna! Che poi la fiscalità spagnola, le banche, il bel giuoco, la Roma… Le avrai già lette ‘ste cose, non farmi essere ripetitivo.
10 – Non desiderare la roba degli altri! Questo non l’ho capito. Facciamo così: non fregare nulla dallo spogliatoio degli avversari (scarpini, magliette, orologi, collane, cuffie, ecc.), che se ti comporti bene avrò io per te la ricompensa.
Perché ricorda: per coloro che mi odiano, io punisco il peccato dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione (buco le gomme della tua macchina e del motorino di tuo figlio, e quando tuo figlio farà un figlio buco le gomme pure a lui, dalla bici in poi), mentre uso bontà fino alla millesima generazione per coloro che mi amano ed osservano i miei comandamenti, a partire dai dirigenti.
Osserva i miei precetti, e sarai salvato.
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