Dopo la figuraccia di Sassuolo, con qualche mese di ritardo, finalmente si sono decisi ad esonerare un allenatore che ormai era totalmente fuori dal contesto, delegittimato dalla proprietà durante l’estate e che, in questa stagione, anche per suoi demeriti, non è stato in grado di costruire una squadra. La cosa gli ha fatto perdere via via stimoli e, a naso, ormai Allegri era talmente esasperato da aver cercato l’esonero, con interviste oltre il limite del trolling e scelte tecniche di difficile comprensione.
Per la quasi totalità del tifo milanista su Internet, è stato senza dubbio un giorno di festa, visto che il termine più gettonato per definire il tecnico livornese era “capra”, seguito a ruota da “incompetente”. Frizzi, lazzi, e, sull’onda dell’entusiasmo, una tendenza a riscrivere la storia in un modo bizzarro, con Allegri unico grande male di questa squadra.
Sia chiaro, Allegri ha senza dubbio grandi colpe quest’anno. Il responsabile di Milanello è lui ed è comunque suo demerito se la squadra non ha ancora trovato un’identità tattica, se la prima vittoria esterna è arrivata quasi a dicembre, se l’11 rossonero non ha mai trovato continuità, né durante un singolo match, né durante la stagione. Alcuni limiti di Allegri, a mio parere, sono “strutturali” e lo rendono allenatore discreto, ma lontano dall’eccellenza. Per dire, lo stesso Conte, anche se troppo esaltato dai media, secondo me è di altra pasta. Allegri è quadrato, le sue squadre in genere sono equilibrate, hanno una logica, anche se possono non piacere, ma la sua fase offensiva non è granché, spesso le punte tendono ad aspettare la palla ferme e raramente ho visto giocatori anticipare il tempo della giocata con successo perché “sapevano già che il compagno era lì”. La tendenza a voler fare sempre e comunque il gioco, anche nei momenti di scarsa forma fisica, ha portato a risultati mediocri negli scontri diretti. Le sue partenze, sempre in salita, costringono i giocatori a dispendi supplementari di energie per recuperare i punti persi all’inizio, con la squadra che poi fatica a fine anno. Inoltre, non è un genio nella lettura della partita a gara in corso.
Ma una cosa è dire che la sua avventura al Milan ha avuto chiari e scuri, un’altra è fare opera di revisionismo, dicendo che quasi tutte le cose negative successe negli ultimi anni sono state colpa sua ed ora, senza di lui, sì che il mondo è bello, colorato, i fiori sbocciano, gli uccellini cinguettano felici come nei cartoni della Disney.
Ho letto di tutto: acquisto di Matri solo “colpa” sua quando basta leggere le dichiarazioni di Galliani per capire che era volontà condivisa, colpa sua l’addio di Pirlo, quando fondamentalmente i motivi dell’addio del Pallone d’Oro sul campo sono stati economici; colpa sua gli atteggiamenti fuori dalle righe dei vari Balotelli, Mexes e Robinho, quando questi hanno CV da bimbiminchia lunghi come il Nilo; colpa sua la mancanza di continuità, oltre che dei sopra citati, di Montolivo e Zapata, cosa che in realtà è marchio di fabbrica della loro carriera.
E continuando: zero meriti per lo scudetto, quando in realtà ha trasformato un circo in una squadra di calcio, dando una fase difensiva e sostanza ad un gioco in precedenza basato sull’estro di poeti che giocavano da fermo, capendo che schierare contemporaneamente quei Pirlo, Seedorf e Ronaldinho era un suicidio, e vincendo con un Ibra pessimo nel girone di ritorno; scudetto 2011-12 perso solo per colpa sua, quando c’è stata anche una serie di infortuni senza precedenti, una società che non ha rinforzato la rosa, cullandosi nello scudetto dell’anno prima e che ha imposto, in un momento di bisogno, Aquilani in panchina perché voleva trattare sui 7 milioni del riscatto; avrebbe fatto solo il compitino per un terzo posto arrivato dopo aver perso i giocatori più importanti, ripartendo da zero.
La dura realtà è che non è tutto rose e fiori, anche se Allegri non c’è più, e mi consola il fatto che una folta schiera di grandi ex milanisti (tra cui Weah, Cafu, Costacurta) la pensi come me, parlando di responsabilità da condividere almeno con i giocatori. Lo stesso Ancelotti, la scorsa settimana, ha parlato di “Milan con grossi problemi fuori dal campo”. Non c’è una direzione chiara seguita dalla società, non si capisce chi comanda, vengono rinfacciati pubblicamente errori di mercato e di gestione, Barbara farebbe fuori Galliani anche tra 5 minuti, ma il buon pelato ha pelo sullo stomaco e gioca senza problemi le sue carte, forte del sodalizio con Silvio che dura da una vita.
E’ evidente che, non essendo Football Manager, ma trattandosi di uomini, quando ci sono:
- un allenatore dead man walking, non stimato dal proprietario,
- un discreto numero di teste calde che dovrebbero essere tra i migliori in rosa,
- una lotta intestina in società
allora il rendimento dei giocatori può risentirne, con conseguenti prestazioni sotto il valore teorico della squadra.
Il sostituto di Allegri è Seedorf, appena ritiratosi dal calcio giocato, e che quindi ha gli stessi minuti in panchine di squadre professionistiche di chi scrive. Spero che il suo arrivo, voluto fortemente dalla famiglia Berlusconi dopo un ballottaggio con Inzaghi, pupillo di Galliani, sia il primo passo che delinei chiaramente le strategie per il futuro, con un progetto tecnico valido. Il resto di questa stagione può rivelarsi una grande opportunità: Clarence può fare pratica, conoscere i giocatori ed iniziare ad imbastire la squadra per il prossimo anno senza la pressione del risultato a tutti i costi.
La cosa più importante è che ora tutti inizino a remare dalla stessa parte: senza “capra espiatoria” non ci sono più alibi.
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