Il miglior talento in circolazione

migliori-talentiParto subito con una discretamente lunga premessa, cosa che non mi piace fare di solito, ma anni di esperienza nel magico mondo del web, mi hanno insegnato che i concetti è meglio esprimerli chiari sin da subito, alle prime righe, e magari anche più e più volte nel tempo. Quindi premetto, io sono favorevole ad un calcio di giovani, tutto il calcio. Sempre se per “giovani” si intende quei giocatori dai 18 ai 25 anni, perché fino a prova contraria anche un venticinquenne è giovane. Lo so che per molti tifosi ormai un calciatore sopra i 21 anni è già una cariatide, un fossile, e se addirittura in quella fascia di età ancora non è finito a giocare in una grande d’Italia o d’Europa, oltre che vecchio vuol dire anche che è una pippa, un bidone, uno negato per il calcio. Per fortuna mia la vedo in modo più “elastico”.

Io sono per il calcio dei giovani, ripeto. Sono convinto che essi dovrebbero costituire la maggioranza dei calciatori che milita nei  rispettivi campionati. Italiano, spagnolo, inglese e via discorrendo. Giovane vuol dire “dinamismo”, vuol dire “freschezza atletica”, “margini di miglioramento”, “maggiore durata sotto sforzo” e almeno per alcuni di loro vuol dire anche “rapidità di pensiero”. Il giovane ha dalla sua tutto ciò che serve per vincere le partite o i campionati di calcio. Solo alcune cose non fanno pendere la bilancia dalla sua parte, il giovane calciatore è nella maggior parte dei casi discontinuo in campo, tende a strafare quando non serve pur di “farsi vedere”, è facile preda degli eccessi della vita mondana, che si ripercuotono negativamente sulle prestazioni sportive, e per quelli tra i 18 e 21 anni, la componente “poca esperienza” è predominante su qualsiasi scelta, in campo e fuori.

Io sono per un calcio giovane, ma sfido chiunque a dimostrarmi che in una rosa di giovani non serva anche qualche trentenne o giù di lì. Di quelli giusti, quelli con la testa sulle spalle. Lenti di piedi, lenti di gambe, ma con quella “malizia” tipica di chi di erba ne ha mangiata a badilate. Degli esempi per i giovani, dei maestri, degli amici, dei compagni. L’importante è che non si cada nel “nonnismo”, che gli “anziani” non abbiano la presunzione di essere eterni, immortali, che non vedano i giovani compagni come delle minacce, oltre che delle nullità. Il rispetto per tutti prima di tutto, prima ancora di saper palleggiare, dovrebbe essere la cosa principale da insegnare nelle scuole calcio.

Detto ciò… Purtroppo moltissimi di noi, tifosi italiani, e parlo di noi solo perché non conosco direttamente tutti quelli sparsi nel mondo, non abbiamo solo il vizio sopracitato di considerare un venticinquenne alla stregua di una mummia del Similaun, ma anche di considerare la quasi totalità dei giocatori sotto i 20 anni come dei fenomeni, e che solo una “mafia calcistica” composta da vecchiacci senatori attaccati ai loro stipendi e restii ad appendere le scarpette al chiodo, allenatori ciechi, cretini o alla meglio codardi, dirigenti rimbambiti dal denaro, non riescono a vedere quello che tutti noi tifosi italiani vediamo: “quel ragazzo è il miglior talento in circolazione! Fatelo giocare titolare a vita! Incompetenti!” O altri epiteti meno carini…

Rimanendo solo alle questioni di casa nostra, quelle rossonere, di “migliori talenti” eletti dal tifoso della prima e unica squadra di Milano, ne sono passati a camionate. Giocatori troppo in fretta considerati le reincarnazioni di supercampioni del passato, persino quelli ancora vivi, persino quelli ancora in attività! Ci sono tifosi che si sciroppano tutte le partite del Milan primavera, con il solo ed unico scopo di “scovare talenti”. Come se le suddette partite le guardassero solo loro, come se i calciatori li conoscessero e giudicassero solo loro, con il giusto occhio critico ovviamente.

Così negli ultimi anni abbiamo visto tifosi promuovere petizioni on line, incatenarsi in via Turati, organizzare sit in di protesta a Milanello, tirare accidenti e malocchi al mister di turno, irrorare di parole al veleno migliaia di spazi web, perché quel “miglior talento in circolazione” proprio non c’era verso di vederlo in campo in prima squadra a dare lezioni a tutti. Spesso i suddetti tifosi ci tengono a vedere le loro “scoperte” tra i titolari di una qualsiasi partita, non tanto per il bene stesso della squadra, ma piuttosto per poter finalmente dire “Avete visto? L’avevo detto io che quello era il nuovo Roberto Baggio! Miscredenti!” E in questi ultimi anni, quasi una quindicina, sono molte più le volte che i “migliori talenti” i “nuovi Maldini” i “nuovi Shevchenko” eccetera, in realtà altro non sono stati che discreti comprimari e non solo al Milan, ma ovunque hanno messo piede. Ci sono cascato anche io, in passato, non lo nego mica. Per fortuna mia sono abituato a far tesoro dei miei errori e ad evitare di commetterli di nuovo, anche se non sempre ci riesco.

Ho visto gente esaltarsi, urlare, andare in brodo di giuggiole, perorare ciecamente la causa, sostenere senza ritegno, imprecare per… Cerco di andare in ordine cronologico… Beloufa, Donati, Aliyu Datti, Kutuzov, Coloccini, Sarr, tutta la famiglia Aubameyang, Dalla Bona, Donadel, Marzorati, Pozzi, Foggia, Perticone, Albertazzi, Sammarco, Ardemagni, Antonelli e tanti altri che sicuramente ora mi scordo… Persino Grimi, Viudez, Cardacio e Mattioni! E dulcis in fundo Abate, Antonini, Matri e Borriello, quattro giocatori che al giorno d’oggi la stragrande maggioranza dei tifosi vorrebbe/avrebbe voluto vedere altrove.

Travasi di bile a nastro trasportatore perché lo spogliatoio mafioso, il mister rimbambito, la dirigenza incompetente, non dava spazio al “miglior talento” del momento. “Ce l’hanno sotto il naso la soluzione a tutti i mali!”, “Ce l’hanno a portata di mano la chiave per vincere le partite!”, “Ce l’hanno li ad un tiro di schioppo e pure gratis, colui che ci farà alzare le coppe!”, “E questi scimuniti non lo fanno giocare! Anzi! Lo vendono pure! Vergogna! Vergogna!” Che poi a volte esiste anche il rovescio della medaglia… Come quando nell’estate del 2003 un giovane ventiduenne brasiliano ai più sconosciuto sbarcò alla Malpensa vestito come un testimone di Geova e la stragrande maggioranza dei tifosi pensava “sarà l’ennesimo bidone brasiliano sto qua.”

Io sono per il calcio giovane, ripeto. Ma sono anche dell’idea che prima di considerare un Salamon o un Merkel qualsiasi, come i nuovi Nesta e Pirlo, bisognerebbe fermarsi, fare un bel respiro, contare fino a dieci… Anni, e poi valutare se le promesse sono state mantenute. In caso contrario, ricordatevi, che non c’è nulla di male nel dire “ostrega… Ero convinto fosse colpa dello spogliatoio mafioso, l’allenatore incapace e la dirigenza cieca… E invece oh, non è che sto qui in tutta la sua vita ha fatto chissà che cosa… Mi sono sbagliato.”

Non basta essere solo “giovani”, non basta avere tra i 18 e 20 anni per essere già degni di confrontarsi con i grandi palcoscenici, ce ne sono pochi in giro, molto pochi, che a quell’età possono permetterselo, ce ne sono altri che neanche tra i 21 e i 25 anni potrebbero, serve essere bravi ma davvero bravi, se non proprio dei talenti veri alla Messi, serve essere intelligenti, rispettosi del proprio “mestiere”, delle regole, dei compagni, del mister, aver voglia di imparare sempre, non considerarsi già arrivati, non considerarsi già superiori a tutti solo perché riesce un dribbling in più ogni tanto. Ci vuole dunque talento, umiltà, professionalità e rispetto. Questo da parte dei giovani calciatori. Da parte dei tifosi ci vuole pazienza. Solo quello, sia nel bene che nel male. Tanta, tanta, tanta pazienza. La storia del calcio lo insegna da più di 100 anni, se un giocatore è “il miglior talento in circolazione”, emerge, sempre.

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