Napoli, 17 Dicembre 2013. La Corte D’Appello di Napoli conferma la condanna per Luciano Moggi a 2 anni e 4 mesi, e riforma in peius la posizione di Mazzini e Pairetto, condannati entrambi a 2 anni.
Nei giorni immediatamente seguenti, sarebbe stato lecito aspettarsi il giusto risalto per questa vicenda, che ha confermato, ancora una volta, l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata ad alterare un campionato di calcio nella stagione 2004-2005 ad opera di un dirigente della Juventus in combutta con i designatori arbitrali.
Invece la stampa e i mass media hanno ritenuto più interessante occuparsi di indagini, perquisizioni e accertamenti in corso, da parte della procura di Cremona, nell’ambito del nuovo, ennesimo, filone del Calcioscommesse. Di sicuro il tempismo del P.M. De Martino è stato perfetto: in un sol colpo, sdoganando due nomi famosi come quelli di Brocchi e, soprattutto, Gattuso, affidati alle amorevoli cure della gogna mediatica, si è oscurata la sentenza di Napoli, tirando nel fango (o meglio, tentando di farlo), ancora una volta, una determinata squadra. Un film già visto proprio con Calciopoli, tra l’altro. Inoltre, restando in tema, fa quantomeno riflettere che al momento della perquisizione nell’abitazione dell’ex centrocampista rossonero, fossero già presenti giornalisti e telecamere.
Orbene, prima di proseguire, è opportuno sgombrare il campo dai dubbi. Le indagini su questo calcio malato, che va a braccetto con personaggi poco edificanti come il “CIV” Bazzani o con esponenti di associazioni a delinquere di varia natura e nazionalità, sono sacrosante. E altrettanto sacrosanto è il diritto/dovere degli inquirenti di far luce su posizioni poco chiare. Quello che appare meno giusto è il solito tentativo di buttare tutto nel calderone, seguendo l’assunto del “tutti colpevoli, nessun colpevole” e, soprattutto, il solito incoerente trattamento mediatico, che spiattella in prima pagina, presentandoli come colpevoli, dei semplici indagati (quindi innocenti fino a prova contraria), sorvolando invece del tutto o quasi su dei pluricondannati.
L’unica certezza, allo stato attuale, è che Gattuso ha ricevuto 13 sms dal suddetto Bazzani, a cui però non è mai stata data risposta, e che l’unico contenuto di sms che si conosce, per quel che riguarda la posizione di Christian Brocchi, riguarda una richiesta di biglietti per Lazio – Milan. Onestamente, pare un po’ poco per gridare allo scandalo, considerando che nel giro di poco più di 48 ore il clamore sembra già sgonfiato. In ogni caso, l’unica cosa opportuna è aspettare l’esito di questi accertamenti e soprattutto dare il tempo ai diretti interessati di esercitare il loro diritto ad essere ascoltati, per chiarire la loro posizione. Ovviamente, personalmente non nutro alcun dubbio, oggi come ieri, sul conto di entrambi. Ma è chiaro che la posizione più cara a tutti i rossoneri è quella di Gattuso, capitano (non per grado ma per carisma e straordinaria leadership), anima, trascinatore, simbolo dell’ultimo grande Milan.
Non me ne vorranno gli inquirenti e il P.M. De Martino, ma un giocatore che in carriera non ha mai tirato indietro una gamba, dall’amichevole con le rappresentative giovanili alla finale di un mondiale, non può essere uno che fa combine. Un atleta umile, che dalla provincia si è saputo affermare in una squadra piena zeppa di campioni, pur senza avere, in itinere, le doti tecniche per farlo, restando sui campi da solo, per ore, ad allenamenti finiti, pur di migliorarsi ad ogni costo; un atleta generoso, impegnato nel sociale praticamente da sempre, che ha costruito la sua immagine su determinati valori; un atleta che ha addirittura giocato partite intere da infortunato, piuttosto che stare fuori e far mancare il suo apporto alla squadra, non può aggiustare partite per guadagnare qualche migliaio di euro in più. Non ci crederei neanche se lo vedessi, probabilmente.
Pertanto, quando questa storia sarà definitivamente chiarita, il mio auspicio è che chi, ancora una volta, ha cercato solo ed esclusivamente il coup de théâtre, strumentalizzando la giustizia e le indagini per farsi un bel po’ di pubblicità, possa pagare un conto molto salato.
16 comments for “Il teatrino della “giustizia””