Una sola mossa

Siamo ormai a dicembre inoltrato, il che implica due cose: abbiamo già disputato un numero di partite sufficiente a trarre un primo bilancio sul rendimento dei giocatori (o almeno buona parte di loro) ed a breve si aprirà la sessione invernale di mercato offrendo la possibilità di “correggere il tiro” sulle scelte meno proficue.

Se il Milan avesse le ambizioni del fastoso passato recente saremmo tutti qui ad invocare interventi importanti ed incisivi, ma i tempi sono cambiati e la formulazione di offerte faraoniche per strappare i top player alle grinfie degli sceicchi di turno pare assai improbabile. Inoltre, anche volendo, i top player generalmente non si contrattano nel mercato di gennaio, quando si conclude al massimo lo scambio tra il carcerato che ha la scarpa troppo stretta e quello che ce l’ha troppo larga.

Per di più, nel mondo del calcio le rivoluzioni raramente producono risultati positivi, bensì portano spesso a gettare il bambino con l’acqua sporca. Infatti, le squadre richiedono tempo per amalgamarsi e vanno costruite e migliorate in maniera graduale e continua, perfezionandole di volta in volta con poche mosse ben studiate. Inoltre, spesse volte l’innesto di un solo giocatore valido cambia completamente il volto di un intero reparto.

Supponiamo allora di avere una sola mossa da giocare. Voi che cosa fareste?

Iniziamo dai portieri: quattro, nessuno dei quali assicura continuità di rendimento. Abbiati ha sempre alternato fasi di grazia a disarmanti cappelle. Gabriel ha dalla sua la carta d’identità, ma non sembra avere la stoffa dell’Abbiati giovane e nemmeno dell’Abbiati vecchio. Amelia e Coppola fanno numero, o meglio esubero. Secondo Nereo Rocco un portiere che para e un centravanti che segna sono metà squadra, ma se avessi una sola mossa a disposizione e la consapevolezza di non poter ambire a giocatori di prima fascia, non acquisterei un altro portiere prima di conoscere il futuro dei “vecchietti”.

La coppia centrale non è scarsissima, non più di quella di altre squadre che occupano posizioni ben migliori. Mexes e Zapata hanno grandi potenzialità ma manca loro un tassello fondamentale: la continuità di rendimento. Un buon difensore dovrebbe sempre assicurare continuità di rendimento e trasmettere sicurezza ai compagni, loro tutt’altro. Tuttavia per questa serie A rappresentano complessivamente una buona coppia. Silvestre è un giocatore completo e senza troppi grilli per la testa, ottimo per fare il terzo, e Bonera, tra i tanti danni, ogni tanto si rende utile. Infine è tutto da valutare l’apporto del colosso Rami. I tempi di Nesta e Maldini sono lontani anni luce, ma con cinque difensori di questo calibro non ne aggiungerei altri.

Dalle corsie laterali si apre spesso più di qualche falla e talvolta anche qualche voragine. L’elemento migliore è Abate, che abbina eccellenti doti atletiche e nell’uno contro uno a qualche disattenzione di troppo in fase difensiva e tanta imprecisione in fase offensiva. Alla sua ombra sta crescendo il giovane De Sciglio che pare avere talento da vendere. Ma ciò che preoccupa di più è la corsia sinistra. L’unico giocatore in grado di ricoprire quel ruolo in maniera decorosa è proprio De Sciglio. Constant ed Emanuelson rimpiazzano Antonini nell’indurre i tifosi ad offendere gli dei. Qui qualche intervento sarebbe sicuramente opportuno.

Il centrocampo dovrebbe essere il reparto in cui stiamo meglio, dovrebbe. Il pit-bull è una garanzia e Poli sta andando oltre le aspettative, anche se probabilmente non sarà il nuovo Pirlo o Xavi. L’irriconoscibile Montolivo lascia intravedere segnali di ripresa. Con loro tre il centrocampo trova un minimo di decoro, il problema sono le riserve: Muntari raramente offre buone prestazioni e Nocerino è da tempo con la testa altrove.

In questo scenario occorre capire come si collocherà il nipponico Honda, visto che l’impiego sulla trequarti a fianco di Kaka (finora unica piacevole sorpresa) taglierebbe fuori il faraone e lo schieramento con tre trequartisti costringerebbe a stravolgere la linea mediana con l’impiego del solo Montolivo a fianco di De Jong (ipotesi affascinante quanto improbabile). Se Honda potesse giocare in maniera efficace nel ruolo di mezz’ala renderebbe superfluo un ulteriore innesto a centrocampo, ma prima di trarre giudizi occorre capire quando tornerà il faraone e come verrà impiegato.

L’acquisto di Matri, reso opportuno dal grave infortunio di Pazzini e dall’abitudine al cartellino di Balotelli, ha affollato un reparto in cui non sono ben chiari ruoli e gerarchie. Tre prime punte sono troppe, e se Allegri decidesse di assestarsi su un modulo ad una punta, diventerebbe di troppo anche Robinho.

Poste tutte le pedine sullo scacchiere, abbiamo una sola mossa da giocare. Io punterei dritto su un terzino sinistro dalle buone doti difensive, che protegga la coppia centrale e consenta a De Sciglio o Abate di spingere sulla corsia destra. Se riuscissimo a dare solidità alla linea arretrata e De Jong avesse voglia di un po’ di straordinari potremmo addirittura azzardare Honda mezz’ala. Adriano pensaci.

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