Riceviamo e pubblichiamo una lettera inviata alcuni mesi fa dalla nostra lettrice Valentina all’AC Milan, in cui, partendo da un caso particolare, si denuncia la politica miope della società rossonera dei confronti dei tifosi-clienti e l’amarezza che tale indifferenza comporta. E’ quasi inutile sottolineare che la missiva di Valentina è rimasta senza riscontro. Vogliamo darle visibilità, così come vorremmo darla a tutte le situazioni in cui sono state deluse le vostre legittime aspettative nei confronti di una società che pure fa del marketing una bandiera, ma puntualmente dimostra di non sapere come soddisfare i bisogni e le esigenze dei propri tifosi.
Spettabile Società AC Milan,
Come tifosa di lunga data, sento l’esigenza di scrivere queste poche righe per far arrivare un messaggio di delusione e frustrazione che sta assalendo me e credo tanti altri tifosi in questi ultimi mesi.
La mia preoccupazione non riguarda solamente l’andamento di questo campionato e quest’annata, ormai compromessi, ma il fatto che tanti piccoli tifosi, partiti con un grande entusiasmo a tifare per la squadra più titolata del mondo, vedendo partire tanti campioni e bandiere della squadra (Ibra, Thiago Silva, Pirlo, Seedorf, Nesta e Gattuso tra gli altri) e dovendosi sorbire le prese in giro degli amici, tifosi di altre squadre (decisamente più toniche) per le mediocri prestazioni dei nostri (14 punti in 12 partite?) cominciassero a sentire l’esigenza di volersi accostare a squadre più “vincenti”.
Un’altra ragione del disinnamoramento è la chiusura del Milan Globo Park, un’esclusiva area sportiva a disposizione di piccoli e grandi che volevano misurare le loro capacità con un pallone. Per mio figlio, 6 anni, grande tifoso di El Shaarawy & soci, era l’occasione per identificarsi con i suoi idoli, in un ambiente completamente dedicato ai colori dell’AC Milan e sentirsi così parte di questo “mondo”. E’ inutile dire che la prematura chiusura senza ragione, senza una spiegazione ma soprattutto senza un’alternativa ha gettato i ragazzi nello sconforto.
In breve, capisco il voler far cassa vendendo i giocatori, e sono d’accordo che il nuovo corso (speriamo vincente) del Milan debba partire necessariamente dai giovani – ma i giovani non possono essere trattati a pesci in faccia come nel caso del Milan Park; con i tempi che corrono è impensabile portare la famiglia allo stadio (per i prezzi dei biglietti più che per la sicurezza), pertanto ogni valida alternativa è sicuramente presa in grande considerazione da noi genitori.
Dopo la magra figura della pubblicità ingannevole e la restituzione dei soldi ad alcuni abbonati, devo ammettere che ultimamente l’atteggiamento dell’AC Milan non è più da grande squadra, ma da associazione calcistica “dilettantistica” di provincia che ha l’illusione di essere di alto livello, ma non lo è e dispiace che un gruppo dal palmares così illustre si riduca a voler risparmiare sulle spalle dei tifosi in generale e dei bambini e giovani in particolare.
Con l’evoluzione del calcio nella sua versione moderna, con il passaggio da tifoso a consumatore, ecco i rischi a cui si va incontro. Disdire gli abbonamenti è qualcosa del tutto contraria alla logica del tifoso, nel senso vero del termine, che dovrebbe seguire la squadra nella buona come nella cattiva sorte, ma per chi ha snobbato i “tifosi” ed ha preferito i “clienti” questo è ciò che si merita.
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