Con le dichiarazioni rese da Barbara Berlusconi nel post partita di Milan Fiorentina si è aperto il dibattito pubblico sui media nazionali e non – dibattito che da anni sui forum e sui blog rossoneri ardeva già da alcuni anni – sulla figura di Adriano Galliani e sui possibili sviluppi nell’organigramma societario dell’AC Milan, con tanto di toto-nomi da far concorrenza a quanto avviene durante i periodi di calciomercato.
Che la rampolla di casa Berlusconi fosse assai ambiziosa si sapeva ed alcune avvisaglie di quanto avvenuto negli ultimi giorni si erano avute già in passato. Quel che è certo è le dichiarazioni di B.B. sono sembrate tutt’altro che improvvisate, ma la mossa finale di una partita iniziata il 21 aprile 2011 con il suo ingresso nel CdA del Milan, quando la nostra, fresca di laurea, si presentava più come la bionda svampita fidanzata di Pato, collocata dal padre in un ambiente totalmente estraneo ai suoi interessi e ai suoi studi (laurea breve in filosofia), che una seria candidata al trono di Galliani. La fase di studio e di praticantato di B.B. è durata esattamente un anno, fino al 20 aprile 2012, data in cui la nostra, cominciando a spostare gli equilibri interni della società, ha chiesto e ottenuto dall’Assemblea degli azionisti la riduzione del CdA da tredici a otto componenti: Barbara Berlusconi, Paolo Berlusconi, Pasquale Cannatelli, Leandro Cantamessa, Alfonso Cefaliello, Giancarlo Foscale, Adriano Galliani e Antonio Marchesi. Il nome nuovo, nel rinnovato consiglio di amministrazione in versione più snella e operativa, è Antonio Marchesi, professore ed esperto di management sportivo, vero deus ex machina delle successive mosse di B.B., della quale diventa il più stretto consigliere. Nella nuova veste di responsabile dell’Ufficio Progetti speciali, con il compito di esplorare nuovi mercati, modalità di sfruttamento del marchio e lo studio delle altre realtà commerciali dei grandi club europei, decisivo in tempi di fair play finanziario, Barbara ha cominciato a calarsi sempre più nella realtà Milan, a comprenderne alcune dinamiche distorte sotto la guida del Prof. Marchesi, ad esternare il suo pensiero sugli organi di stampa, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Per comprendere come potrà avvenire il cambio di guardia in ambito societario, è necessario conoscere le persone che attualmente compongono l’organigramma dell’AC Milan: http://www.acmilan.it/it/club/organisational_chart. E’ molto probabile che l’esilio di Galliani, sancito con il prossimo CdA dell’aprile 2014, sarà accompagnato da quello dei suoi fedelissimi. Il nome in cima alla lista di proscrizione è quello di Umberto Gandini, ex uomo Mediaset, braccio destro di Galliani, Direttore Organizzazione Sportiva nella più ampia accezione del termine, con deleghe anche nella sfera commerciale sempre sotto la supervisione di Galliani, Vicepresidente dell’Eca. Altra persona vicina a Galliani è Ariedo Braida, che di fatto ormai riveste da anni una posizione più formale che sostanziale, operando ormai Galliani a 360° anche sul mercato, con i soliti procuratori e per i ben noti interessi personali. Anche Laura Masi, Direttore Marketing, è una fedelissima di Galliani e dunque a forte rischio.
In sostituzione delle figure richiamate, i nominativi che si sono letti e sentiti in questi giorni sui media, a volte a sproposito in relazione ai ruoli ai quali sono stati accostati, sono molteplici: Michele Uva, Claudio Fenucci, Paolo Maldini, Demetrio Albertini, Fabio Paratici, Daniele Pradè, Pantaleo Corvino… Tutte persone con specifiche competenze o nell’area amministrazione o nell’area tecnica. A mio avviso, B.B. ha già pronta una lista di candidati con prime e seconde scelte.
I primi due nominativi, Uva e Fenucci, concorrerebbero per la carica di Amministratore Delegato e/o Direttore Generale (dipende dal ruolo che B.B. vorrà ritagliare per sé), la contemporanea presenza di entrambi potrebbe creare pericolose sovrapposizioni ed escluderebbe in partenza B.B. da un ruolo direttamente operativo in società. Michele Uva ha ricoperto in passato la carica di Direttore Generale nel volley, nel calcio e nel basket. Attualmente è Direttore Generale della Coni Servizi S.p.A. , struttura che costituisce il braccio operativo del Coni, impegnata nello sviluppo dell’impiantistica e nella promozione dello sport. Qualora gli venisse offerta una carica, l’eventuale accettazione dipenderebbe dai rapporti tra Uva e Malagò. Per le sue competenze, potrebbe essere affidata ad Uva una specifica delega in vista di un nuovo stadio per il Milan, ma i tempi non sembrano ancora maturi. Sempre quale figura di vertice nell’ambito amministrativo l’altro nome caldo è quello di Claudio Fenucci, A.D. della Roma, di cui ha curato la ristrutturazione finanziaria sotto la gestione americana.
In tema di “certi amori non finiscono”, è uscito fuori anche il nome di Demetrio Albertini, il quale a mio avviso sarebbe un nome ben gradito soprattutto a Berlusconi padre, piuttosto che alla figlia. Se la scelta ricadesse su di lui quale Direttore Generale, bisognerebbe affidare la carica di A.D. a Fenucci o Uva, o comunque ad una persona dotata della loro esperienza.
Nell’area tecnica, quale coordinatore e figura di collegamento con i dirigenti amministrativi, pare che il posto sia assegnato o quasi a Paolo Maldini. Scelta condivisibile, considerata la conoscenza dell’ambiente e il carisma. Basta che non gli venga affidato l’incarico di DS, come si è letto da qualche parte, perchè è un ruolo per il quale il carisma non basta ma è necessaria un minimo di esperienza, almeno se si opera in club del livello del Milan.
Personalmente per la carica di Responsabile dell’area tecnica, ma addirittura di Direttore Generale, ho un mio pallino: Oliver Bierhoff. Già alcuni anni fa, quando Leonardo andò via dal Milan, il suo nome era apparso sui media nella rosa dei papabili sostituti, non sapendo che Galliani avrebbe avocato a sé anche i compiti del brasiliano. Considerati i titoli e l’esperienza di Bierhoff un suo impiego nell’area tecnica sarebbe addirittura sprecato, avendo le carte in regola per puntare alla poltrona di Direttore Generale. Il tedesco, laureato in economia, Dirigente della DFB (la federazione calcistica tedesca), con contratto in scadenza il 31 luglio del 2014, attualmente cura i rapporti con gli sponsor, i club e la comunicazione. E’ stato tra i principali promotori della riforma del calcio tedesco, iniziata dopo il fallimento degli europei del 2000, con conseguenti massicci investimenti nei settori giovanili e nelle infrastrutture, ha fatto parte del comitato esecutivo organizzatore dei mondiali di Germania 2006. La sua esperienza e conoscenza del calcio giovanile (ogni tanto spreca tempo a dare consigli per gli acquisti al Milan, due anni fa suggerì Goetze) potrebbe tornare utile anche al nuovo DS e per migliorare il settore giovanile rossonero, aprendo nuovi orizzonti.
Relativamente alla sostituzione di Braida sono stati fatti i nomi che in questo momento vanno in voga, almeno in Italia. Fabio Paratici, coordinatore dell’area tecnica e DS della Juventus, cicciobello Daniele Pradè, DS della Fiorentina, Pantaleo Corvino, ex DS dei viola, attualmente a spasso. Il primo difficilmente lascerà i gobbi, gli ultimi due hanno sempre lavorato in realtà medio-piccole: in una società che punta a rilanciarsi, anche a livello di immagine, servirebbe un personaggio più di respiro internazionale. Il mio candidato è Manuel Rui Costa, persona di rara intelligenza ed educazione – il che non guasta, considerato che negli ultimi anni alcuni reiterati comportamenti di Galliani finalizzati a contattare direttamente calciatori sotto contratto non sono passati inosservati oltre confine – conoscitore della realtà rossonera, formatosi nel ruolo presso il Benfica, nobile decaduta europea, ma pur sempre finalista della scorsa edizione della EL e club lusitano più importante, insieme al Porto. La scelta di Rui Costa a maggior ragione avrebbe senso qualora venisse perseguito l’obiettivo di B.B. di riformare e rilanciare totalmente la rete degli osservatori del Milan che facciano capo al nuovo DS, laddove Pradè e soprattutto Corvino sono noti per essere dei talent scout che operano in proprio.
In conclusione, è stata talmente invasiva e padronale la gestione del Milan in questi ultimi anni da parte di Galliani che il suo allontanamento, comunque indispensabile, comporterà un vuoto di potere colmabile solo con un lavoro di cesello da parte di B.B. e dei suoi consiglieri. Il mio augurio è che la nostra sia saggia nella scelta dei nuovi dirigenti ma che sia altrettanto attenta nella distribuzione dei compiti, onde evitare una deleteria e distruttiva sovrapposizione e confusione di ruoli che spesso si rivela il primo decisivo ostacolo nella ricostruzione efficace di un organigramma e nella successiva gestione del club.
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