Accanimento terapeutico

allegri

L’accanimento terapeutico consiste nell’esecuzione di trattamenti di documentata inefficacia in relazione all’obiettivo, a cui si aggiunga la presenza di un rischio elevato e/o una particolare gravosità per il paziente con un’ulteriore sofferenza, in cui l’eccezionalità dei mezzi adoperati risulti chiaramente sproporzionata agli obiettivi della condizione specifica. (Wikipedia)

Non riuscirei a trovare definizione più adeguata alla pervicacia con cui l’equipe formata da proprietà e dirigenza si ostina a mantenere sulla panchina del paziente Milan un allenatore ormai in coma irreversibile, sfiduciato da tutti, non sopportato più dalla stragrande maggioranza dei tifosi. Non lo ritengo la causa di tutti i mali rossoneri, ma ormai il suo tempo lo ha fatto, non vedo nulla che possa dare a questa squadra, essendo pure un farmaco in scadenza.

Dato che ormai l’ingresso in Champions è quasi impossibile e che in termini economici un quarto posto vale poco più di una salvezza tranquilla, avrebbe senso non buttare proprio totalmente nel cesso i mesi che rimangono da qui a fine stagione, sostituendo l’attuale allenatore in palese difficoltà e senza futuro con il suo successore designato, anticipandone l’arrivo.

Il cosiddetto “rischio di bruciarlo” sarebbe alquanto basso: i capri espiatori per questa stagione che, salvo miracoli, sarà fallimentare, sono già stati individuati in Allegri e Galliani, quindi il nuovo allenatore milanista potrebbe giocare senza l’assillo di dover centrare a tutti i costi un obiettivo, ma per costruire in ottica futura. Datemi del visionario, ma io continuo a sostenere che una base su cui lavorare c’è, ed è di buon livello per la serie A. De Sciglio, Montolivo, De Jong, El Shaarawy, Balotelli, ma anche Abate, Poli e Mexes, in attesa di vedere l’impatto in Italia di Honda e Rami, non sono poi così scarsi. Poter valutare con calma la rosa, per poi parlare con il nuovo ds dei pezzi mancanti e dare opinioni sui tanti nomi da sfoltire (e sono tanti, vista la rosa monstre da 29, imbottita di mediocri), sarebbe un bel vantaggio per il prossimo tecnico.

La società, tuttavia, prende tempo, continua in via ufficiale a dare fiducia al dead man walking livornese, ma continua a far trapelare alla stampa notizie di summit, contro-summit, pranzi in famiglia, partite a briscola tra anziani con Confalonieri e Galliani, in cui, tra discorsi di politica, gnocca, spartizioni delle aziende di famiglia ed amenità varie, magari entra di striscio anche il futuro del Milan.

“Pazienza che sta per finire”, “panchina in bilico”, ma Allegri che, “dopo discussioni”, rimane sempre al suo posto, e quasi sempre con Berlusconi e famiglia che premono per l’esonero e l’altro uscente Galliani che riesce a convincerli a tenere il tecnico livornese al timone.

Molte cose non quadrano.

Perché, con una squadra in queste condizioni, totalmente da rinfrancare prima nello spirito che nel fisico e nel gioco, un proprietario che non perde occasione per criticare Allegri non cerca di dare una svolta, cambiando tecnico in corsa?

Perché mai Barbara e Silvio dovrebbero tenere così tanto in considerazione le opinioni di un dirigente che tra 6 mesi saluterà il rossonero, dopo più di 25 anni di onorata carriera, e che è palesemente incompatibile con Barbara, futuro del club?

Perché la stampa è informata di ogni riunione e riesce a raccogliere informazioni su un ambiente storicamente impenetrabile dai media, su cui tradizionalmente arriva solo ciò che vuole l’ufficio stampa milanista?

Va bene tutto, va bene il possibile rincoglionimento dovuto all’età avanzante di alcuni protagonisti, va bene l’essere in altre faccende affacendati, soprattutto da parte del proprietario, va bene che peggio va questa stagione, più la posizione di Barbara si rinforza agli occhi dei tifosi e più la nuova dirigenza avrà gioco facile, ma vedere Galliani che si proclama soddisfatto e fiducioso dopo uno 0-0, frutto di una prova rinunciataria contro gli ultimi in classifica, con la panchina di Sannino che traballa più di quella di Allegri, puzza molto di bruciato, oltre che di presa per il culo all’intelligenza ed ai nervi dei tifosi.

Io una mia idea ce l’ho, magari mi sbaglio, ma lascio che sia il lettore a riflettere ed a trarre le proprie conclusioni. Tra qualche mese, per fortuna, sarà tutto chiarito, ma questa sarà una stagione lunga per i tifosi milanisti.

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