La figuraccia rimediata a Caen ha ridato ancora più fiato alle trombe di chi ormai ha fatto della cacciata di Allegri una delle proprie mission. Nei vari blog, gruppi dedicati al Milan sui social, forum, salvo rare eccezioni, è un coro all’unisono: “Allegri è una capra! Un somaro incapace, la causa principale di tutti i mali del Milan.”. E giù critiche su un gioco mai soddisfacente, sui goal presi su calci piazzati, su una rosa di buon livello non sfruttata a dovere, sull’utilizzo di Muntari, e chi più ne ha più ne metta.
A mio parere, non è così. Secondo me, Allegri è un allenatore capace di fare il proprio mestiere. Stiamo pur sempre parlando di uno che, in tre anni ed un pezzettino al Milan, viaggia alla media di 2 punti a partita, pur non disponendo di una fuoriserie, almeno dal terzo anno in poi. Magari il livornese non è uno che fa la differenza o che ogni tanto ti tira fuori l’impresa eccezionale, ma è un discreto professionista della panchina, che propone un calcio in genere pragmatico, pur cercando di fare (quasi) sempre la partita, e pagato con qualche limite in fase di costruzione del gioco.
Max a volte è fin troppo conservativo: ha paura di fare cambi presto, se non proprio costretto da una squadra che non gira, mette titolare da subito un nuovo acquisto solo se è chiaramente superiore a quello dell’anno prima. Con i giovani, ha un rapporto equilibrato. E’ uno che tende a lanciarli gradualmente, cercando di tenerli il più possibile lontani dagli eccessi e dalle pressioni che comporta giocare in una squadra come il Milan. Ma se sono bravi, come De Sciglio o El Shaarawy, giocano molto.
Inoltre, è uno che riesce a trasmettere serenità alla squadra nei momenti difficili ed ha anche avuto il grande merito, affiancato dalla società, di rottamare i vari senatori che dettavano legge nello spogliatoio e, anche se ormai ex giocatori, avevano stipendi da star.
Il suo difetto cronico, oltre a non essere riuscito a correggere in alcun modo l’andazzo sui calci piazzati degli ultimi 10 anni (se possibile, il Milan sotto la sua gestione è addirittura peggiorato), sono le partenze ad handicap. Fare pochi punti nelle prime 6-7 partite mette pressione a squadra ed ambiente, costringe a fare sforzi enormi per recuperare nella parte centrale del campionato, che possono essere pagati alla fine. Il campionato 2011-12 è stato perso anche per quello, così come la scorsa stagione c’è stato il grosso rischio di perdere nel finale un terzo posto che ad inizio aprile sembrava già in tasca.
Altri difetti che a mio parere non rendono Allegri eccezionale sono le interpretazioni di molti big match, con pochi punti raccolti nelle ultime stagioni, anche per un’eccessiva voglia di imporre il proprio gioco quando la squadra non è in forma. Con tanto di purghe prese in contropiede. O anche l’eterna mancanza di quel cent per fare la grande impresa a tutto tondo. A Cagliari salvezze stra-anticipate, ma mai in lotta per l’Europa, al Milan dopo il 4-0 con l’Arsenal ed il 2-0 al Barcellona, due ritorni da tregenda, conclusisi con esiti diversi. Uno scudetto perso nel 2011-12 in cui ha anche qualche responsabilità, anche se gli va abbuonata una buona dose di sfortuna.
D’altro canto, gli vanno riconosciuti anche dei meriti per lo scudetto al primo anno, grazie anche a 3 mosse vincenti: il siluramento di Dinho, Boa trequartista e Van Bommel davanti alla difesa, con solo uno tra Pirlo e Seedorf a dare qualità in mediana, ma non in posizione centrale. Con tutti e tre i fantasisti titolari, non si sarebbe andati da nessuna parte, come visto durante l’anno precedente col circo leonardesco. Neo della stagione-scudetto allegriana, a mio parere non gravissimo, l’eliminazione in Champions, in situazione di emergenza in mediana, contro una squadra alla portata per colpa di un goal preso in contropiede.
Insomma, chiari e scuri, pregi e difetti. Sicuramente ingeneroso dare a lui le colpe di tutti (o quasi) i problemi recenti ed attuali del Milan, magari per tentare di “coprire” una dirigenza stanca, priva di entusiasmo, che si bea dei trionfi passati e che sembra molto meno motivata di quelle in altri lidi. E’ altresì sbagliato, a mio parere, dire che il Milan visto fino ad ora in questa stagione sia in linea col valore della rosa, con allenatore vittima assoluta.
La frase di Don che dà il titolo a questo post è la sintesi perfetta del mio pensiero sull’attuale allenatore del Milan, tecnico in linea col ridimensionamento di rosa ed obiettivi. Gli darei la possibilità di chiudere il suo ciclo in rossonero onorando il contratto, a meno che le cose non vadano totalmente alla deriva e la squadra smetta di seguirlo. Poi, a fine anno, ognuno per la sua strada: non vedo presupposti per un rinnovo, pur considerando globalmente non negativa la sua esperienza al Milan. Giusto, per entrambe le parti, voltare pagina.
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