Apotropaicismi: Hellas Verona

Si ricomincia. Ci risiamo. Eccoci. Io e voi, voi e me, Norma e i suoi amici ragni, io e gli amici ragni di Norma. Esco or ora da una discussione discretamente animata con il mio arcinemico Altravita sull’effetto nella cultura moderna dei rifacimenti transnazionali cinematografici rapportati alla figura di Luca Antonini negli ambienti eruditi dello spogliatoio del Milan. La mia opinione è una e solo una, e non riuscirà certo un crucco un po’ avanti con l’età a farmela cambiare: Antonini ha davvero una faccia da pirla. Voi cosa ne pensate? Prima di leggere la risposta, che certamente mi renderà di cattivo umore, vorrei illustrarvi cinque incredibili motivi che mi hanno posto in una situazione di apprensione emotiva pari a quella di un qualsiasi Giovinco nudo davanti ad una nutrita folla di playmates di Playboy nel pieno del vigore sessuale: imbarazzo, paura, litost* e voglia di essere da un’altra parte. E’ quindi con Giovinco nudo negli occhi  che mi appresto ad elencarvi i motivi responsabili del mio disagio: 

–          Poiché in data 24 Agosto 2006 l’Unione Astronomica Internazionale declassò Plutone, il simpatico cane di Topolone, a pianeta nano.

–          Poiché il ventiquattresimo giorno del 1456 tale Johann Gutenberg, tifoso veronese di vecchia data, terminò di stampare il primo libro della storia con l’innovativa tecnica dei caratteri mobili: “Milan culo forever <3”

–          Poiché il 24 Agosto 1858 a Richmond, in Virginia (MI), vennero arrestati 90 uomini di colore con l’accusa di apprendimento: assoluzione per Muntari in quanto, leggendo testualmente la sentenza, “il fatto non sussiste”

–          Poiché il 24 Agosto del 1960 nasceva a Yao (MI) Takashi Miike, autore del controverso film sulla yakuza juventina “Gozu” (famosa la scena in cui uno juventino uccide un chihuahua convito sia una spia milanista).

–          Poichè é la fatal Verona, gente! Non serve dire null’altro!

 

* Listost , citando Kundera nel suo “Il libro del riso e dell’oblio” è: “a state of torment created by the sudden sight of one’s own misery”

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