Dove saremmo oggi

Siamo ad Agosto ed il mercato non è ancora entrato nel vivo, o almeno è quanto si spera. Nell’attesa non ci si può che domandare: “se il campionato iniziasse oggi a che cosa potrebbe ambire questa squadra?”

REGINA DEL MERCATO

Per fregiarsi con titoli di questo calibro occorre essere dotati di una fervida immaginazione, tuttavia le poche mosse fatte non sono prive di buon senso. Il Milan non rinnova il contratto di Yepes ed Ambrosini ed ingaggia due giovani dalle buone prospettive come Vergara e Saponara. Inoltre, Silvestre e Poli possono rappresentare delle valide alternative all’undici titolare.

I giudizi sul difensore argentino, come su tutti i difensori che non si chiamano Alessandro Nesta, sono contrastanti. E’ molto forte nella marcatura stretta e nel gioco aereo, ma soffre di qualche amnesia di troppo, accentuata dalle recenti esperienze nei traballanti reparti arretrati di Palermo ed Inter. Se da un lato la coppia centrale è la zona del campo in cui, una volta conseguito un certo equilibrio, non si fa turnover praticamente mai, dall’altro lato non si è mai vista una squadra con un minimo di ambizione affrontare un campionato con due soli difensori centrali validi (per chi sta pensando a Bonera c’è una x in alto a destra). Inoltre, Zapata e Mexes sono tutt’altro che sinonimo di garanzia e piuttosto attratti dal cartellino colorato.

Poli è un centrocampista bravino in entrambe le fasi. In carriera ha messo in mostra degli ottimi numeri senza mai riuscire a consacrarsi. La volontà della Sampdoria di cederlo e la mancanza di pretendenti indurrebbero a ritenerlo un mediocre, ma il ragazzo merita una chance. Inoltre, per caratteristiche tecnico-tattiche, sembra proprio adatto per dare il cambio a Montolivo.

E gli altri che fanno?

JUVENTUS

La vecchia signora non può che partire come la squadra da battere, sia per il recente bis di scudetti, sia per la campagna acquisti condotta a suon di grandi nomi (ok, grandi in rapporto ai tempi che corrono). Il ruvidissimo Ogbonna non è un fenomeno, ma è comunque tra i migliori giovani offerti dalla Serie A attuale, in cui i nuovi Baresi e Ferrara sono ancora lungi da individuarsi. L’esperienza dello scorso anno suggerirebbe, più che di allungare la rosa, di impreziosirla, cosa fino ad oggi avvenuta solamente nel reparto avanzato. Llorente è un elemento per cui stravedo, Tevez meno, ma in carriera ha ampiamente dimostrato di che cosa è capace. Tuttavia, gli equilibri sono tutti da ricercare. Valeva la pena rivoluzionare l’attacco della squadra che ha ammazzato il campionato? Non sarebbe stato meglio tenere Iaquinta e Anelka? Boh io li avrei tenuti..

NAPOLI

Fino ad oggi ha praticamente monopolizzato i titoli in grassetto dei quotidiani sportivi, grazie ai tanti acquisti di spessore. Tuttavia, non si deve dimenticare che il club partenopeo perde Cavani, Campagnaro e De Sanctis, ovvero tre dei principali punti di riferimento della rosa. Oltre, anche e soprattutto, al tecnico Mazzarri. Se l’allenatore toscano professava catenaccio e fallo sistematico il suo successore è uno di quelli a cui piace il gioco del calcio nel senso tradizionale del termine. Si tratta quindi di un’autentica rivoluzione. La sfida è sicuramente affascinante ma il rischio di fallimento è relativamente elevato. Prendere un blocco di calciatori stranieri e proiettarlo in una realtà completamente differente ed in un progetto completamente nuovo è proprio un bel rischio; a quanto pare al presidente piace giocare d’azzardo. Tale sfida, comunque, rappresenta uno spunto di interesse ed aggiunge indubbiamente fascino al campionato alle porte. E da l’illusione che la Serie A non è morta come si dice.

INTER

Anche quella dell’Inter è un’autentica rivoluzione, sebbene priva di acquisti sensazionali. Il neo-tecnico Mazzarri, pur non essendo un campione di simpatia o di bel giuoco, è garanzia di buoni risultati, anche nelle situazioni più difficili. Il talento di Icardi e l’esperienza di Campagnaro aiuteranno il tecnico, ma la rosa ha ancora diverse lacune da colmare. Il principale spauracchio per le dirette concorrenti è la possibilità che Moratti passi mano.

FIORENTINA

Dopo la scoppiettante sessione di mercato della scorsa estate, anche quest’anno la Viola mette a segno dei buoni acquisti e piazza pure qualche scommessa. In primo luogo l’arrivo di Mario Gomez va a colmare una delle principali lacune della rosa 2012/13. Inoltre l’ingaggio di giocatori come Ambrosini e Joaquin garantisce l’apporto di esperienza, carisma e consapevolezza dei propri mezzi ad una squadra che lo scorso anno ha spesso pagato errori di gioventù. Il contraltare è la possibile partenza di entrambi i pezzi pregiati, Jovetic e Ljajic che sicuramente priva il club gigliato di una discreta dose di talento. Inoltre, la rosa non pare ancora abbastanza attrezzata per far fronte al doppio impegno. La sensazione complessiva è che la Fiorentina sarà competitiva anche l’anno venturo, e non bisogna dimenticare che in fatto di giovani il club viola ha sempre la vista lunga. Non resta che indovinare chi sarà la rivelazione di questa stagione.

ROMA

Anche quest’anno il club giallorosso si riempie di tanti volti nuovi, alcuni orripilanti come quello di Gervinho. L’ivoriano è circondato da grandi aspettative, così come Strootman, mentre De Sanctis e Benatia sono ormai collaudati per il campionato italiano. Il ritorno di Maicon è una scommessa. La sensazione è che agli americani piaccia cambiare molto, forse troppo per una Serie A che storicamente richiede il consolidamento di uno zoccolo duro e l’innesto di pochi acquisti ben studiati. Resta ancora da sciogliere il nodo dell’attaccante centrale e del futuro di De Rossi, per il resto la squadra sembra completa. Sembra difficile che il club capitolino possa accasarsi nelle zone alte della classifica ma non è impossibile che rappresenti il vero outsider della stagione alle porte.

LAZIO

Tanti acquisti “esotici”, tra i quali spunta il nome di Lucas Biglia, del quale si parla molto bene già da tempo. Tuttavia il nodo cruciale sarà la tenuta di Miroslav Klose. I biancocelesti non paiono attrezzati per una stagione di vertice anche in una Serie A relativamente povera di contenuti.

IN CONCLUSIONE

Dove saremmo oggi? E che ne so, chiedete al profeta.

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