Visto che l’estate è tempo di spiaggia e di libri, vi voglio presentare un altro libro, stavolta uno per milanisti veri. L’autore, Sergio Taccone, giornalista e scrittore, tenta un viaggio nei più di cento anni di storia rossonera. Partendo dal primo scudetto del 1901, racconta episodi, aneddoti e leggende, scudetti buttati al vento e vittorie all’ultimo minuto attorno alla storia del diavolo, dai momenti più gloriosi agli abissi di Istanbul e Cavese. I capitoli non sono in ordine cronologico, ma fogli di memoria, messi insieme da un cuore rossonero. Per ciò non si tratta di una antologia, ma di un libro che si può sfogliare per ricordarsi di partite importanti, giocatori divini, scudetti sudati, storie sconosciute o vissute di persona. Perché, dei quaranta ricordi, alcuni fanno parte del bagaglio del tifoso rossonero, altri sono foto sbiadite in bianco e nero dei tempi di Kilpin o Aldo Boffi.
“Un viaggio nell’ultracentenaria vita del Milan in cui si incrociano personaggi e straordinarie vicende indimenticabili, alcune avvolte dal velo dell’oblio. Un’antologia di storie milaniste che abbraccia quasi l’intera storia del club rossonero.”
Io per esempio ne ho masticate di storie sul Milan e sono custode di un autografo del Piscinin, Franco Baresi; ma che lui esordì proprio a Verbania, città che mi ospita da 13 anni ormai, mi era completamente nuovo. E alzi la mano a chi non vegnono i brividi lungo la schiena alla risposta del allora CT dell’Inghilterra, Ramsey, alla domanda: ” Chi sono i quattro giocatori italiani più forti?”. “Rivera, Rivera, Rivera e Rivera”. E come dargli torto? Forse fa anche un po’ male rivivere il “coast to coast” di George Weah, le prodezze di Van Basten o King Ruud in questi tempi dei Traoré e dei Constant. Ma ricordano dove nasce l’amore per questa squadra e per la sua storia, puntellata di tanti momenti gloriosi e poche scivolate dolorose.
I capitoli più forti sono quelli che raccontano i ricordi dell’autore, partite seguite da pischello davanti alla radio o emozioni vissute in prima persona da giornalista, ma sopratutto da tifoso. Per ovvi motivi sono più sintetiche le pagine sulle squadre rossonere prima della guerra, sui calciatori finiti in lager nazisti, vittorie contro il Grande Toro, i primi scudetti. In quei casi, bisogna per forza basarsi sui giornali dell’epoca. Ma sono interessanti, perché anche se molti nomi sono sconosciuti, fanno comunque parte della storia. E non è poi così facile trovare resoconti dei tempi prima della guerra. L’ordine sparso delle storie raccontate da Taccone aiuta a tenere curioso il lettore.
Se proprio devo criticare qualcosa sono i riferimenti agli rivali storici. Da tifoso rossonero, capisco le emozioni, ho sofferto lo sfottò degli amici nerazurri dopo il derby perso 0:4, ero al settimo cielo dopo il rigore di Sheva. Ma forse l’orgoglio milanista impone di lasciare a parte i rosicamenti di bauscia e gobbi, che vengono menzionati un po’ troppo spesso per i miei gusti. Sono discorsi da bar, in un libro sulla splendida storia ultracentenaria del Milan: sarebbe bastato ignorarli con stile. E magari rimpiazzarli con qualche riferimento alla meravigliosa storia del tifo rossonero, dalla Fossa alle Brigate, che manca completamente.
Ciò non toglie che si tratta di un libro fortemente consigliato a tutti i tifosi rossoneri, sopratutto ai più giovani. Per ricordarsi del Cigno di Utrecht, di Maurizio Ganz, di Atene e Istanbul, di Beppe Viola e del Capitano per eccellenza. Perché magari oggi ci hanno tolto la possibilità di sognare, ma non ci possono togliere la storia e la sicurezza che il Diavolo tornerà. Perché è sempre tornato.
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