E’ sempre molto più facile per un povero abituarsi a vivere da ricco che non il contrario. Ecco perché il tifoso rossonero, pur pienamente consapevole che acquisti alla Rui Costa o alla Nesta non si rivedranno a breve, rimane di stucco nell’osservare l’interminabile braccio di ferro intavolato con il CSKA per l’acquisto di Honda (“avessi detto Beckenbauer”).
L’infelice congiuntura economica ed il disastroso stato delle finanze costringono ad ottimizzare proventi ed oneri di ogni singola trattativa, ed indirettamente a sfruttare appieno le situazioni in cui il club ha maggior forza contrattuale. Ma, come si suol dire, a tutto c’è un limite. E quel limite è spesso rappresentato dalla ragione.
Una trattativa che si arena per mesi tra una richiesta di 3 mln ed una offerta di 1,5, per un club di vertice, è qualcosa di veramente inaudito. Soprattutto ora che i preliminari di Champions League costringono ad anticipare il ritiro pre-campionato. Oramai non ci sono più nemmeno due soldi per prendere un topolino alla fiera dell’est. Pur riconoscendo le oggettive difficoltà derivanti dalla situazione finanziaria (difficoltà che la società non tenta più nemmeno di dissimulare), l’occhio dell’osservatore non distratto nota subito che qualcosa non va.
All’inizio della sessione di mercato tutti sapevano benissimo dell’influenza del preliminare di Champions League ed era lecito attendersi un decollo delle trattative più importanti solamente in caso di esito favorevole del medesimo. Per questo, lo scippo di Tevez, accompagnato da meritate pernacchie di scherno, scosse poco l’ambiente rossonero, per lo più felice di aver scongiurato il sacrificio del faraone. L’argentino è un top–player, uno di quelli su cui è difficile posare le mani con decisione e tempestività se non si hanno i baiocchi.
D’improvviso ci troviamo a fine luglio e le trattative in piedi non riguardano affatto dei top–player. In mezzo, in linea teorica, ci sarebbero infinite sfumature. La mancanza di incisività dell’azione è assolutamente disarmante. Dai binocoli delle sentinelle appostate sul tetto della sede non si vede arrivare nessuno, nemmeno all’orizzonte, nemmeno un misero Kucka con la scritta “Prestito gratuito” su un pezzo di cartone.
Il tifoso non ha sempre conoscenze sufficienti a distinguere una buona mossa da una cretinata (lo scrive chi avrebbe riscattato Maxi Lopez invece di prendere Pazzini), sarà anche per questo che egli trova difficile entusiasmarsi per l’unico acquisto effettivo, Andrea Poli, che può rivelarsi un buon elemento ma che è gravato dalle tipiche perplessità che circondano la promessa che tarda a mantenersi, alimentate dalla ripetuta volontà della Doria di sbolognarlo nonché del mancato riscatto da parte dei cugini.
Poche novità anche sul fronte delle uscite, dove la società sta premurosamente conservando la medesima rosa che ha prodotto risultati incostanti e poco soddisfacenti. Conferme che hanno un loro perché in vista dei preliminari, ma che riguardano comunque giocatori la cui marginalità/inutilità si è consolidata negli anni, come Robinho (infungibile da tempo immemore e promesso sposo in Brasile) e Bonera (a proposito, com’era quella storia del rinnovo agli Over30 che si discute a fine anno in base al rendimento!?).
La realtà è che poche volte come quest’anno il Milan è finito tra le ultime pagine che la Gazza dedica al mercato dopo aver ampiamente descritto l’entusiasmo che si respira nelle piazze dei competitors come Napoli, Fiorentina e Roma. In tema di mercato, Agosto è un mese molto lungo. Non ci resta che sperare nel futuro.
Sperare che il faraone resti e migliori, e sperare che si utilizzino altri elementi per fare cassa. Sperare che le poche risorse a disposizione vengano impiegate in maniera proficua. Sperare che la Champions League ci porti qualche soldino, perché i soldi non fanno la felicità ma ci si compra il gelato, e qui fa veramente caldo.
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