I preliminari del preliminare

Anche il secondo mese dell’estate rossonera volge al termine, con il leit-motiv dei tormentoni fini a sé stessi ancora in auge. Eppure, con l’inizio del ritiro e la partenza ufficiale della preparazione, finalizzata all’impegno che il 20/21 Agosto vedrà la squadra affrontare il play-off di andata per l’ingresso nella fase a gironi della prossima Uefa Champions League, era lecito aspettarsi qualcosa di più concreto, qualche idea più chiara.

Invece, dopo il tormentone sul tecnico, si è passati a quello su El Shaarawy, transitando per Robinho, e finendo con la querelle triangolare tra CSKA-Honda-Milan, ancora in attesa di una soluzione (che si spera sia, almeno per una volta, positiva per i nostri colori).

Continua a rimanere sullo sfondo, pertanto, quella partita di metà Agosto, decisamente più importante del Trofeo Tim di questa sera, o delle varie e dispendiose (in termini di continuità della preparazione) amichevoli di prestigio in giro per il mondo. E se per quanto riguarda il mercato è lecito nutrire qualche speranza, nell’attesa magari di tuffarsi a capofitto su qualche esubero di lusso delle scuderie più nobili d’Europa, preoccupa un po’ l’incertezza sul modulo e sulla posizione in campo di alcuni calciatori, al netto, appunto, di eventuali possibili arrivi prima del preliminare.
Il diktat presidenziale, o dirigenziale che dir si voglia, impone quest’anno il ritorno al rombo, tanto agognato eppure così poco in voga negli ultimi anni.
Questa imposizione dall’alto appare tantopiù strana se si considera che la rosa del Milan, ad oggi, sarebbe ottimamente amalgamata per gestire moduli come il 4-3-3, o il più moderno 4-2-3-1, schemi che, in primis, consentirebbero al Giapponese in arrivo da Mosca di inserirsi senza grossi problemi, potendo fare il trequartista nei 3 uomini dietro la punta, ma anche l’esterno offensivo, partendo da destra per rientrare sul mancino, come anche la mezz’ala destra nei 3 di centrocampo. Schemi che inoltre, in secondo luogo, eviterebbero quegli equivoci tattici che serpeggiano intorno ad El Shaarawy, evitando di forzare o relegare il ragazzo in posizioni a lui poco congeniali. Perché se è lecito aspettarsi continui miglioramenti nel piazzamento sul terreno di gioco, nei movimenti, nel giocare maggiormente con la squadra e per la squadra, non è altrettanto lecito costringere un giocatore importante a fare la seconda punta, ruolo in cui, magari, non sarà mai in grado di esprimersi al meglio, per esaudire un capriccio di chi passa la maggior parte del tempo ad ignorare ciò che accade alla squadra.

Tutto questo senza dimenticare le questioni, sempre sul tavolo, delle posizioni in campo di Boateng e del redivivo Emanuelson, che destano ancora più di una perplessità, entrambi, nel ruolo di trequartista, l’unica posizione nella quale -fino ad ora- Allegri sembra vederli.  Anche perché la figura del calciatore dietro le punte in un 4-3-1-2  richiede caratteristiche tecnico-tattiche, nonché di disciplina e attenzione in campo, che ad oggi il solo Saponara, chiaramente acerbo per mere questioni di età ed inesperienza a certi livelli, potrebbe avere.

Ovviamente la situazione può mutare con l’arrivo di Honda, il quale, come detto in precedenza, ha esattamente le caratteristiche giuste per fare il trequartista vecchia maniera: gioco di prima, naturale abilità nel mettere i compagni davanti al portiere, discreta presenza in zona gol, grande visione di gioco ed ottima creatività.
I dubbi però restano, perché il rombo necessita anche di terzini molto abili in entrambe le fasi, specie in quella offensiva, rappresentando le uniche fonti di sbocco sugli esterni per allargare la manovra, e di centrocampisti che sappiano abbinare, con costanza, qualità e quantità. Tutte cose che ad oggi la rosa non ha, o che, per meglio dire, sono presenti solo in parte, non sufficiente a garantire una copertura totale di un modulo simile, soprattutto considerando una certa mancanza di alternative in panchina.

Saranno indicative, pertanto, le prossime ore, che potrebbero consegnare ad Allegri un giocatore chiave per le sorti del centrocampo, e che potrebbe causare spostamenti a catena di altri giocatori, in primis quel Boateng che potrebbe esprimersi molto meglio partendo dalla mediana.
Ed è auspicabile, ovviamente non solo nell’ottica del play-off di Champions League, avere una squadra più preparata su tutte le varianti tattiche del “4-3”, come già dichiarato da Massimiliano Allegri più volte dall’inizio del ritiro.
Nell’attesa, intanto, può andar bene incrociare le dita nella speranza di un’urna benevola il più possibile. Di tempo per imprese gloriose ce ne sarà, poi, in seguito. Si spera. Magari con una squadra maggiormente rodata sotto l’aspetto tattico e rinforzata da un mercato fin qui piuttosto scialbo.

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