PREAMBOLO
Un preliminare ringraziamento a Gimbal per il delizioso assist: per chi è abituato a confrontarsi con realtà “ordinarie”, il bilancio di un club di Serie A abbina il fascino della scoperta dell’ignoto al senso di vertigine che solo il confronto con qualcosa di spaventosamente grande sa infondere.
Consente inoltre di comprendere scelte poco condivisibili, nonché di sfatare alcuni falsi miti che proliferano attorno al club, come quello che attribuisce a Galliani un trattamento di fine mandato di entità tale da non trovare capienza nei numeri arabi e da precluderne irreparabilmente la deposizione. Rilassatevi, il “dottor” Galliani può essere tranquillamente defenestrato.
Forse non è un’ottima idea, visto che i discutibili risultati sportivi diventano imprese titaniche se comparati con la situazione economico/finanziaria.
RISULTATO ECONOMICO
Se da un lato il risultato del bilancio al 31/12/2012 è nettamente migliore del precedente (perdita di 6,8 mln contro il pesante -67,3 del 2011), dall’altro tale performance è prevalentemente imputabile a circostanze straordinarie ed impossibili da programmare.
Infatti, l’aumento del Valore della Produzione (329,3 mln rispetto ai “soli” 266,2 del 2011) è dovuto in larga parte a plusvalenze da cessione di calciatori (53,4 mln). Chiudere in perdita avendo conseguito simili plusvalenze è un dato eclatante e testimonia uno squilibrio strutturale tra costi e ricavi che ha pesanti ripercussioni a livello finanziario, ripercussioni che la società tenta di compensare in sede di mercato conseguendo un saldo positivo tra gli incassi per le cessioni e gli esborsi per gli acquisti (+37,9 mln nel 2012). Fenomeno verificatosi anche nel 2011 –chiuso con la vertiginosa perdita di cui sopra- quando la società aveva realizzato plusvalenze per 23,6 mln.
Al netto delle plusvalenze, i ricavi crescono da 242,5 a 275,9 mln. Con particolare riferimento alla Serie A ed alla Tim Cup, i ricavi da gare, diritti audiovisivi ed abbonamenti aumentano di 6,2 mln grazie, si suppone, alla vittoria del campionato precedente. Mentre con riferimento alla Uefa Champions League i ricavi da diritti audiovisivi aumentano di 19,7 mln (!!) grazie alla partecipazione ai quarti di finale -rispetto agli ottavi della precedente edizione- ed al migliore marketpool riconosciuto dalla Uefa per effetto della partecipazione di due sole squadre italiane. Circostanze, purtroppo, destinate a non ripetersi nel futuro immediato. Le altre principali voci di ricavo (sponsorizzazioni 34,5 mln e royalties 44,8 mln) calano di un milioncino ciascuna.
Inoltre, la società ha conseguito una notevole plusvalenza di natura straordinaria (7,4 mln) grazie alla variazione della normativa tributaria che rende ora deducibile dalle imposte sui redditi l’IRAP pagata sul costo del lavoro (quando si dice “la fiscalità”…).
Spostando l’attenzione sui costi, l’esercizio 2012 fa registrare un importante passo verso la razionalizzazione delle risorse. La cessione di Ibra e Thiago Silva, assieme alla massiva rottamazione di senatori, hanno ridotto il monte salari di 22,7 mln (da 199,1 a 176,3 mln, pari al 54% dei costi d’esercizio). Tale downsizing riverbera i suoi effetti soltanto sul secondo semestre 2012, si ritiene quindi che su base annua i benefici saranno superiori, anche se non bisogna trascurare l’acquisto di Mario Balotelli (“wallet full of cash” cit.) nel gennaio 2013.
Nel complesso i costi scendono “solo” da 340,4 a 324,3 mln. Infatti, a fronte della riduzione del monte stipendi, aumentano gli oneri per l’acquisizione di calciatori in prestito e gli oneri diversi per la gestione di calciatori, tra i quali, quello degli agenti che sale di 0,8 mln consolidando il suo peso in rapporto al valore del parco calciatori che, invece, si riduce da 136,3 a 108,9 mln.
Aumenta anche il costo del meccanismo di solidarietà di cui alle norme F.I.F.A. -che impone ai club che acquistano calciatori di versare il 5% del valore del trasferimento in favore dei club che li hanno formati tra i 12 e i 23 anni di età-.
Aumentano inoltre i costi di gestione dello stadio, effettuata tramite la M-I Stadio S.r.l. compartecipata con i cugini, la quale riscuote un canone di 2,6 mln annui per servizi tecnici, commerciali ed amministrativi e ne versa un altro di 2,4 mln annui per lo sfruttamento di spazi interni ed esterni presso lo Stadio San Siro.
SITUAZIONE PATRIMONIALE
Tra le voci estranee alla gestione caratteristica si registra un’impennata degli oneri finanziari, conseguenza dell’aumento dei tassi di interesse. Ma c’è dell’altro. Leggendo con attenzione si apprende che il club ha ceduto pro-soluto il credito verso il PSG sostenendo oneri finanziari per 2,3 mln. Ciò testimonia la necessità di porre immediato rimedio ad una situazione finanziaria precaria. L’esposizione verso istituti di credito si è drasticamente ridotta da 155,8 a 107,0 mln, ma sommata ai 116,6 mln di debiti verso società di factoring per anticipo su crediti commerciali futuri, costituisce un passivo che, in rapporto al fatturato, risulterebbe insostenibile per qualsiasi società non calcistica. Inoltre, al 31/12/2012 il Milan doveva ancora onorare i debiti contratti per l’acquisto di Ibrahimovic (8 mln), Robinho (5 mln), De Jong (2 mln) e Niang (2 mln). Il paziente migliora ma resta grave.
Difficoltà finanziarie che trovano conferma nelle richieste di soccorso rivolte all’azionista di maggioranza Fininvest S.p.a.. L’art. 90 del N.O.I.F. (norme organizzative interne F.I.G.C.) impone, tra le altre cose, che prima di acquistare calciatori il club debba rispettare specifici indici economico/finanziari. In alternativa, l’azionista di maggioranza deve effettuare versamenti in conto capitale e/o copertura perdite ovvero finanziamenti postergati infruttiferi. Nel 2012 Fininvest ha sia effettuato versamenti in conto copertura perdite (29,0 mln), sia erogato un finanziamento (9,1 mln, ad agosto..) oltre a prestare garanzie e lettere di patronage. Anche a gennaio 2013, a richiesta di A.C. Milan S.p.a., Fininvest ha effettuato investimenti per 3,7 mln.
Sul ruolo di Fininvest la relazione evita fregi e sbandieramenti (è redatta dalla società di revisione, non da Galliani..), ma nasconde sotto il tappeto diversi particolari. L’iniezione di liquidità si limita al minimo indispensabile per rispettare la citata normativa, a fronte di una situazione che richiede interventi assai più sostanziosi (il versamento in conto copertura perdite copre circa la metà di quella conseguita nel 2011 ed il patrimonio netto assume valore negativo di 54,9 mln).
Silenzio anche sul “credito verso imprese controllanti” (Fininvest n.d.r.) iscritto tra le attività per 21,5 mln derivante da vantaggi fiscali conseguiti dalla capogruppo grazie al regime del consolidato fiscale e non ancora “saldati” al club rossonero.
Tra le altre cattive notizie, poi, spunta un’autentica perla: sono stati svalutati per l’intero ammontare i crediti vantati nei confronti delle società Real Zaragoza S.A.D. –in concordato preventivo- e FK Arsenal Kiev –in stato di insolvenza-. Tali crediti sono relativi alle cessioni di Ricardo Oliveira e Dominic Adiyiah, a coronamento finale di due operazioni coi fiocchi (“adoro i piani ben riusciti” cit.).
Ciononostante, la situazione finanziaria complessiva è migliorata rispetto al 2011, e non solo per effetto di cessioni e razionalizzazione dei costi. La perdita d’esercizio è influenzata per 56,8 mln da ammortamenti e svalutazioni, che sono costi “non monetari”, ovvero che non comportano una uscita finanziaria. In altri termini, nonostante la perdita economica, sotto il profilo finanziario le entrate hanno superato le uscite.
Un secondo aspetto positivo sono i costi del vivaio capitalizzati, che salgono da 16,3 a 17,3 mln. Al netto degli ammortamenti contabilizzati, un aumento di tutto rispetto: i costi sostenuti nel 2012 ammontano a 7,9 mln, oltre a 0,7 mln stanziati per l’ammodernamento della sede del settore giovanile.
CONCLUSIONI
Con grande disappunto, le analisi per indici e margini e le riclassificazioni di bilancio sono parzialmente sterilizzate dal patrimonio netto negativo e dalla perdita strutturale, oppure conducono a conclusioni scontate. Non resta quindi che concludere con una carrellata di ovvietà.
I ricavi delle competizioni europee giocano un ruolo fondamentale, e, in assenza di buoni risultati, la gestione non è in grado di far fronte ai costi ingenti. Di conseguenza è imprescindibile il sostegno di Fininvest, sperando che intervenga prima del 30 Agosto magari lasciandosi prendere la mano dall’entusiasmo per i primi timidi segnali di ripresa. In difetto, è lecito attendersi un mercato estremamente accorto, dominato dalla spada di Damocle di veder sacrificato un pezzo d’argenteria.
Ed occorre augurarsi che i pochi e mirati acquisti non si rivelino dei bidoni invendibili se non a squadre pronte a dichiarare bancarotta al momento del pagamento.
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