Il fair play finanziario: FAQ

L’altro giorno ho letto qualche riga dell’editoriale di Suma su Milannews (vanno presi a piccole dosi),  e, tra una risata e l’altra, mi ha colpito moltissimo la “chiamata” agli sceicchi. Il buon direttore di Milan Channel si chiedeva come mai City e Psg non avessero ancora cominciato con le loro spese folli e, ovviamente, fra le righe consigliava El Shaarawy come pezzo pregiato da comprare.

La risposta, a mio avviso, si chiama fair play finanziario, la regola Uefa citata molto in questi ultimi anni, spesso a sproposito. Volendo fare un po’ di chiarezza, sono andato sul sito della Uefa e mi sono letto il regolamento, disponibile per chiunque abbia un po’ di buona volontà. Chi non avesse voglia di leggerselo tutto o avesse problemi con l’inglese, può continuare con questo post, in cui, sotto forma di FAQ, cerco di mettere in evidenza  i vari aspetti di questo tema.

1) Cos’è il fair-play finanziario?

Il fair-play finanziario (FPF) è un insieme di requisiti di bilancio che ogni club deve rispettare per aver diritto a partecipare alle coppe europee. L’idea è nata circa cinque anni fa, quando l’Uefa notò il crescere dell’indebitamento dei club a ritmi vertiginosi, soprattutto in Inghilterra e Spagna, e decise di porre un freno. Citando l’articolo 2 del regolamento Uefa, il FPF ha i sefuenti scopi:

a)  migliorare le capacità economiche e finanziarie dei club, aumentando la loro trasparenza e la loro credibiltà;
b) dare la necessaria importanza alla protezione dei creditori ed assicurare che i club saldino puntualmente ciò che devono a giocatori, fisco, previdenza sociale ed altri club;
c) introdurre più disciplina e razionalità nella gestione finanziaria dei club;
d) incoraggiare i club ad operare in base a quanto incassano;
e) incoraggiare i club a spendere in modo responsabile, pensando ai benefici per il calcio nel lungo periodo;
f) proteggere la redditività e la sostenibilità a lungo termine del calcio Europeo per club

2) Quali sono le principali misure concrete con cui viene attuato il FPF?

I club, per essere in linea con il FPF devono fondamentalmente rispettare due requisiti:

a)  Non aver arretrati nei pagamenti per quanto riguarda stipendi ai dipendenti, tasse, contributi previdenziali, e corrispettivi per acquisti di calciatori da altri club.
b)  Rispettare il cosiddetto requisito di “break-even” (in pratica, spendere al massimo ciò che il club incassa).

Il primo requisito è già attivo da un paio di datgioni ed ha già mietuto qualche vittima (vedi Malaga), mentre il secondo sarà necessario per ottenere le licenze Uefa per le stagioni 2013-2014 e successive.

3) Come viene monitorata l’assenza di arretrati nei pagamenti?

Inizialmente, ogni club doveva limitarsi a provare, entro il 31 marzo di ogni anno, di aver onorato tutti i pagamenti fino al 31 dicembre dell’anno precedente.  Successivamente, l’Uefa ha deciso di intensificare questo tipo di controllo, ed i club devono provare di essere in linea con i pagamenti anche il 30 giugno di ogni anno. In caso di debiti insoluti al 30 giugno, i club devono provare di essere in linea con i pagamenti pure il 30 settembre successivo.

4) Come si applica il requisito di break-even?

Il principio è abbastanza semplice: si guardano spese ed incassi durante un periodo d’osservazione. Un club è in surplus se la somma dei ricavi in questo periodo supera i costi, mentre è in deficit viceversa. Un club è in regola se è in surplus o se ha un deficit inferiore o uguale a 5 milioni.

Il periodo d’osservazione, quando tutto sarà a regime, corrisponderà ai tre esercizi che terminano nell’anno in cui inizia la stagione per cui si vuole rilasciare la licenza. Ad esempio, per la licenza Uefa 2014-2015, verranno considerati i bilanci 2011-2012, 2012-2013 e 2013-2014 (nel caso del Milan, che usa l’anno solare per i suoi bilanci, 2012, 2013, 2014). Tuttavia, l’Uefa ha deciso di raggiungere questo traguardo gradualmente ed ha introdotto alcuni correttivi per le prossime stagioni:

a)  Per la licenza Uefa 2013-2014 (prime sanzioni alla fine di quest’anno solare), il periodo di osservazione è ridotto  a due anni.
b)  Per le stagioni fino alla 2018-2019 (vedi tabella), gli azionisti potranno ripianare il deficit eccedente i 5 milioni, tramite versamenti nelle casse della società. Tuttavia, l’Uefa stabilisce anche dei tetti massimi per l’importo totale dei versamenti durante tutto il periodo di osservazione . Per la licenza Uefa 2013-2014, potranno conferire al massimo 45 milioni in due esercizi, per quella 2014-2015, al massimo 45 in tre anni, mentre per la licenza 2015-2016, il limite scende a 30 in tre anni, e così via.
c) Gli stipendi dei calciatori per contratti firmati prima del 30 giugno 2010 non incidono nella voce “spese”.

Livelli massimi di deficit accettabili

Stagione

Numero di anni osservati

Esercizi monitorati

Deficit massimi

T-2

T-1

T

soglia massima conferibile da soci

soglia massima senza versamenti

2013-14 2 2011-12 2012-13 45 5
2014-15 3 2011-12 2012-13 2013-14 45 5
2015-16 3 2012-13 2013-14 2014-15 30 5
2016-17 3 2013-14 2014-15 2015-16 30 5
2017-18 3 2014-15 2015-16 2016-17 30 5
2018-19 3 2015-16 2016-17 2017-18 <30 5

5) Che cosa fa parte degli incassi per il break-even?

Gli incassi sono fondamentalmente tutte le entrate che sono strettamente connesse alla gestione sportiva (es., biglietti, diritti tv, merchandising, sponsor, plusvalenze da vendita calciatori). Non fanno parte degli incassi i ricavi da attività extra-calcistiche fuori dalla zona dello stadio o per cui non viene usato il marchio del club. Inoltre (e questo è un punto di discussione interessante), tutti i contratti fatti con aziende legate ai proprietari del club sono sotto esame, e l’importo che eccede un valore considerato “equo” non varrà come entrata.  Le mega-sponsorizzazioni di City e, soprattutto, PSG, sono a rischio, anche se, a mio giudizio, non è così facile stabilire quale sia un valore equo (secondo la definizione Uefa, “l’importo che sarebbe stato erogato nel caso in cui non ci fossero stati legami tra proprietario del club e l’altra parte”). Inoltre, dubito che l’Uefa sia così insensibile rispetto a chi ha tanta voglia di iniettare denaro fresco nel calcio.

6) Che cosa fa parte dei costi per il break-even?

I costi sono tutte le uscite che fanno parte della gestione sportiva (es, stipendi ai dipendenti, tasse, contributi previdenziali, minusvalenze da cessione calciatori, ammortamenti/svalutazioni dei calciatori), più gli eventuali dividendi distribuiti ai soci. Anche per i costi vale il discorso fatto in precedenza sulle società collegate al proprietario del club. Se il club stipula un contratto d’acquisto con una società riconducibile ai proprietari per un importo inferiore al valore considerato “equo”, allora il costo inserito nel calcolo del break even sarà pari quest’ultimo valore.

Sono, inoltre, escluse dal calcolo del break even tutte le spese relative a settore giovanile (tranne che per lo scouting), attività sociali/educative e ammortamenti/svalutazioni di beni tangibili come stadi, centri sportivi, ecc.

7) Quali sono le sanzioni per chi non rispetta i requisiti di break-even e di pagamento?

Le sanzioni sono molto variegate, in base alla gravità dell’infrazione. Richiamo, multa, congelamento dei premi Uefa, impossibilità di iscrivere nuovi giocatori nelle liste Uefa, squalifica della squadra dalle competizioni europee in corso e/o degli anni successivi, o perfino revoca di eventuali coppe vinte.

8) Ci sono elementi discrezionali nelle regole?

Purtroppo sì. A parte il discorso sul “valore equo”, l’Uefa può decidere di rilasciare la licenza anche a chi contravviene al requisito di break even, in caso di “trend positivi” o nel caso in cui le si porti un piano in cui si dimostra che in futuro i conti miglioreranno.

9) Quali sono i principali punti di forza e le debolezze del FPF?

Il grande punto di forza è senza ombra di dubbio il fatto che sia un tentativo per non far crescere a dismisura l’indebitamento delle società, cercando di rendere il calcio un’azienda in grado di vivere con i propri ricavi, invece che un pozzo succhia-soldi.

I punti deboli o obiezioni principali sono 3:

a) Il FPF si preoccupa molto di non far peggiorare la situazione attuale, ma troppo poco di ridurre il grosso indebitamento esistente.
b) Il FPF tutela chi è grande adesso e rende difficile l’entrata in scena di nuovi concorrenti,  in quanto non permette grossi investimenti iniziali in calciatori. Non per nulla, piace alle big tradizionali e non agli sceicchi.
c) Il FPF non tiene conto delle diverse leggi e della diversa fiscalità (vai Galliani!) tra i vari Paesi europei.

10)   Il FPF ha incontrato opposizioni?

Ovviamente sì, come ancticipato nella risposta precedente. Ai nuovi ricchi che vogliono entrare nel calcio non piace per nulla avere dei limiti di spesa. Inoltre, una regola del genere farebbe anche da calmiere ai trasferimenti, limitandoli in quantità ed in milioni in ballo, e costringerebbe i grandi club a limitare il numero di effettivi in rosa ed i loro stipendi. Tutte cose che non piacciono ai procuratori. E proprio uno di loro, il belga Daniel Striani, ha ingaggiato l’avvocato Dupont – quello della famosa sentenza “Bosman”-, il quale si è messo al lavoro e, circa un paio di mesi fa, ha depositato un ricorso alla Commissione Europea.

Dupont chiede di rendere nullo il requisito di break even, in quanto secondo lui sarebbe infrangerebbe l’art. 101 del TFUE. Dupont ritiene il break even una limitazione forzata degli investimenti, un ostacolo alla libera concorrenza ed alla crescita del mercato (per i club, ma anche per i calciatori e per i procuratori), oltre che un modo di cristallizzare la struttura attuale del mercato stesso (i club attualmente più ricchi resteranno sempre leader). I suoi effetti deflattivi, inoltre, ostacolerebbero la libera circolazione di capitali e persone all’interno della UE. Immancabile, infine, la perizia che dice che il FPF anche dal punto di vista economico non sia adatto agli scopi che si prefigge.

A mio parere, l’Uefa fa bene a tentare questa strada, ma non credo che arriverà mai al muro contro muro con club potenti. Vedremo a breve i primi sviluppi.

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