Il re del mercato? E sti gran cazzi!

Carlos Tevez, il sosia porteño di Leonardo di Caprio dopo un incontro col Frecciarossa, è un giocatore della Juve.
Per quelli della Sacra Corona Sabauda è un gran colpo: prendere uno che resta tra i sette-otto migliori attaccanti al mondo per la metà di ciò che hanno pagato Matri un paio di anni fa, è uno di quei colpi per cui i nostri bardi di Milanello avrebbero intonato odi incessanti sotto il tre di via Turati.

Carlitos, oltre che di notevole talento, è dotato di cattiveria agonistica, caratteristica che non può che essere apprezzata dall’uomo che accoglie i gatti randagi sulla sua testa.E’ vero che dopo un paio di stagioni, la prima delle quali giocata di solito alla grande, comincia a rompere i maroni perché vuole cambiare aria, ma la Juve reduce da due scudetti di fila ci penserà poi con calma.

E il Milan?

Stante l’attuale rosa perde poco a livello tecnico dal suo mancato arrivo, essendo l’attacco l’unico reparto più o meno assortito e dotato di talento e prospettiva, ma a livello di immagine e di equilibri all’interno della rosa questa è una piccola Stalingrado d’inizio estate…

Immagine.

Il geometra (sì Pellegatti: non è dottore, né infermiere e neppure veterinario…) per inseguire un capriccio di grandeur si è esposto in maniera plateale: dalle dichiarazioni di fedeltà a lui da parte di Tevez, alla teatrale partenza da Atene per Milano allo scopo di incontrare il procuratore di Tevez, e poco importa se, magari, si son messi d’accordo per andare insieme alla Fiera del porro di Cervere quest’autunno, l’importante era la visibilità in questo affare, mostrare che lui tesseva trame e bloccava un grande nome.

Inutile dire che la conclusione della vicenda si aggiunge ad una lunga lista di figure barbine che cito in ordine sparso: la pagliacciata Kakà nel gennaio 2009, la doppia cessione di Ibra e Thiago dell’anno scorso, dodici secondi dopo avere rinnovato il contratto al brasiliano, il Tevez atto primo del gennaio 2012, loro che si presentano col cappello in mano a Madrid per vendere Ricky nel 2009…una mensola lunga quanto quella dei trofei è da reperire quanto prima all’Ikea per alloggiare queste perle, senza contare che i dirigenti delle big d’Europa ormai Galliani non lo vogliono vedere manco più in foto e, tra non molto, nessuno sarà più disposto ad offrirgli cena per parlare del nulla, magari giusto Squinzi mosso a pietà, potrebbe offrirgli affettati e gnocco fritto in qualche sordida bettola di Sassuolo, ma pure lui ha limiti nella pazienza…

Equilibri all’interno della rosa.

Il cravatta gialla per inseguire tali bizze, non riuscendo a vendere ancora un Robinho nostalgico del Brasile ma non degli stipendi brasiliani, ha pensato bene di appiccicare un cartellino col prezzo sul nome di un El Shaarawy in quel momento del tutto ignaro della faccenda e di presentarsi al City, dicendo che con appena 25 milioni cash più Tevez potevano portarselo a casa…di fronte alla crisi di riso incontrollabile dei dirigenti dei Citizens non si è perso d’animo.
Al Monaco ci stanno i russi mannaggia la pupazza! E come ogni commerciante di un suq che vede in qualsiasi straniero brandelli di potenziale ricchezza e stupidità, il nostro Adriano si è affrettato ad uscire dalla bottega con la mercanzia migliore gridando “my friend! Good price! Buono prezzo!”; questa volta erano “appena” 40 milioni per Elsha e Boateng insieme…nulla da fare anche questa volta.

Ora piazziamoci per un attimo nei panni dell’italo-egiziano.
Tra i migliori prospetti del calcio europeo, milanista dichiarato dai tempi delle giovanili al Genoa, dopo una stagione in cui sono stati i suoi gol a raffica nel momento peggiore a lasciare al Milan uno spiraglio sul terzo posto, si vede trattato come il sempiterno set di pentole in acciaio inox del Mastrota: ultima offerta, irripetibile! E se ora rimarrà? Con che spirito lo farà dopo essere stato trattato come i gioielli della nonna da smollare al Compro oro per finanziarsi quindici giorni a Porto Cervo? Ve li ricordate Galliani e Berlusca che facevano a gara per elogiare lui e la nuova linea giovane del Milan? Spesso, da tifoso, penso che se facessi il calciatore per il Milan, dal Milan potrei accettare di tutto…bene: se domani chiedesse di essere ceduto a qualsiasi squadra, pure l’Inter, non potrei che giustificarlo.

E Boateng? Reduce da una stagione pessima, ma pur sempre unico insieme a Montolivo a possedere potenzialità sopra la media nel reparto di centrocampo, Kevin è uno che necessita di continue strigliate per mantenere uno standard continuo di rendimento. Il giro da vu cumprà di Galliani sulle spiagge monegasche, in caso di permanenza al Milan, gli ha regalato un’altra annata in cui riterrà di avere il sano diritto di cazzeggiare per il campo.

L’unica speranza di “averli” ancora in squadra oltre che in rosa, risiede nella forza di quel gruppo che si è formato nel tremendo autunno 2012, al quale si richiede un altro sforzo di quelli che spetterebbero in un club normale a dirigenza e proprietà: tenere dritta la barra in mezzo alla tempesta.

E tutto questo per cosa? Per inseguire il sogno Tevez? Per portare a casa il giovin trentenne del Bologna, quel simpatico fricchettone di Diamanti? O magari, colpo di scena finale, per riportare a casa quel legno secco di Matri, finanziando alla Juve l’acquisto di Tevez stesso?

Il re del mercato? Del pesce, forse.
Il quotidiano La Stampa, ovviamente ben informato sulle vicende della Juve, ha riportato un aneddoto che spero con tutte le forze sia vero: durante l’incontro decisivo tra Marotta e i dirigenti del City, zione nostro avrebbe telefonato agli inglesi per domandare come andava la trattativa. Questi, memori forse del gennaio 2009 e del gennaio 2012, avrebbero risposto: “male, per voi”.

Ora lettori: procuratemi una foto, un fotogramma delle telecamere di sicurezza, un acquerello o un’incisione rupestre della faccia di Galliani dopo quella risposta, e sarò felice comunque vada, per tutta questa consueta, terrificante, estate di mercato.

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