Stagione 2012/2013: la partita

Ci sono momenti che possono cambiarti la vita e momenti che, nell’universo pallonaro, possono cambiarti una stagione intera. A volte è un gol sbagliato, a volte uno svarione difensivo e a volte è una partita. E’ universalmente riconosciuto che la stagione 2012/2013 è iniziata col piede sbagliato, i più allarmisti temevano un’annata da vivere tutta nelle zone calde della classifica, i più realisti si aspettavano di poter lottare per l’Europa B e niente più, invece è successo quello che tutti sappiamo.

Ma da dove parte la ricorsa del Milan verso l’insperato terzo posto? In molti indicano come la trasferta di Napoli il momento chiave della stagione e in effetti per certi versi il pareggio al San Paolo ha dato delle indicazioni positive e ha probabilmente consacrato El Shaarawy a volto nuovo del Milan e del calcio italiano, ma la partita che ho scelto si è giocata giusto una settimana dopo: a mio parere Milan-Juventus del 25 novembre è LA partita della stagione 2012/2013. Intendiamoci: non è stata la miglior partita dell’anno dal punto di vista qualitativo (titolo che spetta al primo tempo del derby di ritorno) e nemmeno la miglior partita dal punto di vista tattico (andata del doppio confronto Milan-Barcellona), quella sera però è scattato qualcosa, nell’orgoglio, nelle motivazioni, nel cuore dei ragazzi. Qualcosa su cui si è costruito il piccolo miracolo chiamato terzo posto.

Sarà stato il ricordo vivissimo di quanto successo nove mesi prima e di quella palla dentro di mezzo metro buono, al secolo “Il gol di Muntari”, sta di fatto che quella sera il Milan scalcinato e mediocre dei primi due mesi e mezzo si trasformò in un Milan operaio e cazzuto, cosciente dei propri limiti e voglioso di superarlo solo con la forza delle motivazioni. E lo ripeto: non fu una bella partita. Il Milan giocò a ritmi alti per tutto il primo tempo, non creò tante palle gol ma meritò il vantaggio, pur con un rigore che rigore non era.

La Juventus abbozzò una reazione nel secondo tempo, ma i nostri si difesero con grande ordine e con ostinazione, concessero poco e nulla e alla fine si presero i 3 punti. In quella serata autunnale Mexes si ricordò di essere un difensore dalle doti tecniche invidiabili, De Sciglio prenotò una maglia da titolare per Brasile 2014, Nocerino lasciò da parte i malinconici ricordi Zlataniani, Montolivo si prese la fascia di capitano e divenne nuovo leader e Boateng ritrovò la grinta da guerriero. In quella partita, in quei 90 minuti il Milan sconclusionato dei primi mesi divenne squadra, da quel rigore, brutto e fortunoso, iniziò la riscossa.

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