Compleanno di un’amica, pienone di persone, salatini/torte/pasticcini/
Quel tifoso milanista, ovviamente, sono io. Non sento il freddo, annuisco alle osservazioni intelligenti (?) delle persone attorno a me sul libro di Munari che tengo tra le mani a mo’ di antistress, sorrido compiacente alle battutine sul risultato del mio amato Milan, che è sotto di due gol pur non sfigurando in campo, sebbene si trovi in un momento discretamente nero e stia affrontato quella che molti considerano una delle pretendenti allo scudetto. Ho sempre amato molto più il Milan perdente rispetto a quello vincente. Come fossero due anime distinte, due frammenti di natura diversa che compongono un singolo oggetto, uno yin e uno yang di carne ed ebano. Bello, arguto, padrone di se stesso il primo. Fragile, bisognoso, scoraggiato il secondo. Un amore protettivo, conservativo, esorcizzante, come se il riflesso di quell’immensa passione nel guardare le partite fosse l’unico fattore per migliorare le situazioni avverse, come se quegli scongiuri servissero davvero a determinare il futuro. Azione di rimessa, discesa sulla destra di Mattia, passaggio rasoterra al limite dell’area, tiro a incrociare e gol. E che gol. Non ci posso NON credere: non sarò mai il primo a mollare, non dopo tutti gli schiaffi che abbiamo preso in questo periodo. Se ci credo io, ci crederanno anche loro in campo. Un pugno stretto a festeggiare la marcatura del piccolo faraone, senza dar troppo nell’occhio.
La partita prosegue: il Napoli non è quasi più in campo. Il Milan sembra esserci: ho fatto bene a crederci per primo, i ragazzi mi hanno seguito.
– Bevi qualcosa? – Si grazie, una sambuca liscia con mosca. Alla tua! Attenzione, attenzione a tutti: un brindisi alla festeggiata! Tanti auguri, cento di questi giorni, prosit/cin cin/salute/serefe! Tanti auguri a te, mio caro Milan: cento di questi gol. Fine del primo tempo.
Fumo una sigaretta, due sigarette. Quella che sembrava interminabile sofferenza si è trasformata sotto i miei occhi in sabbia fine di una clessidra. Ogni secondo corre veloce. Vai, che ce la facciamo. Nel frattempo fingo interesse sull’arredamento – Complimenti, bel divano – E’ un Minotti – Complimenti, bel quadro! – L’ho dipinto io – Complimenti, che bello lo zoccolino – Arriva da Marte.
Cinque minuti al termine, il tempo stringe. Robinho porta palla sulla trequarti, fa partire un filtrante per Stefano, che si trova in posizione regolare. Stefano è solo davanti al portiere, rasoterra a fil di palo, E’ GOL! Stefano! Stefano! Non hai solo addolcito la pillola con lo splendido gol del 1 a 2, l’hai ripresa! Stefano, tu sei proprio come noi: non molli, corri verso l’obiettivo, festeggi solo per il gol decisivo, quello che serve alla squadra!
Il decimo gol dello splendido Faraone, con la lettera maiuscola conquistata sul campo, mai come quella sera emblema umano e morale di squadra e tifoseria, collante a presa rapida tra pubblico e commedianti, simbolo perpetuo di empatia e martello battente nel petto color rossonero. Stefano: da stasera, tutto cambia! Eccome se cambia!
20 comments for “Stagione 2012/2013: il gol”