Uh uh uh!

Pronti, partenza, via: tutti sul pezzo nel prendere le difese dei beceri personaggi protagonisti degli ululati razzisti durante le partite di calcio. Toccanti le interviste, ficcanti gli editoriali, clamorose le prese di posizione.

Badate bene: nessuno (purtroppo) si è infastidito se Del Piero è stato chiamato stronzo per tutta la carriera da tutte le curve d’Italia. Del Piero, oggettivamente, non è uno stronzo: è un essere umano, completo di gambe, braccia, occhi, cervello e capelli. L’ex capitano della Juventus può sicuramente offendersi per essere stato paragonato al prodotto della defecazione, ma non può certamente prendere la cosa sul personale come fatto discriminante del suo essere.

Viceversa, se io ho davanti Andrea Bocelli e lo apostrofo chiamandolo “cieco di merda”, Andrea Bocelli può ASSOLUTAMENTE sentire nelle mie parole un insulto discriminante in quanto il mio sfogo rientra nella sfera dell’idiozia e dell’emarginazione, nonostante sia altrettanto oggettivo il fatto che Andrea Bocelli sia cieco, ma certamente non composto da residui organici maleodoranti.

Dunque, la questione è solo una, e non prendiamola con la leggerezza che stanno tentando di metterci in testa: Mario Balotelli è un calciatore forte e antipatico, e dovrà fare l’abitudine a prendere bordate di fischi da qui alla fine della carriera; ciò a cui non si dovrà MAI abituare è l’ululato scimmiottante di una nutrita folla nei suoi confronti in quanto giocatore coloured, perché nonostante Balotelli non sia una scimmia, quel verso di scimmia è la rappresentazione concreta della discriminazione, dell’ignoranza imperante nel mondo calcistico e non.

Dice bene la Kyenge quando dice che non tutti i rumori dello stadio stanno a rappresentare forme di razzismo: se Mario venisse SOLO fischiato, come in passato sono stati fischiati i Shevchenko, i Ronaldo e gli Ibrahimovic, nessuno avrebbe nulla da dire. Ciò che manda in bestia è la forma utilizzata da questi pagliacci. Inutile glissare, tapparsi le orecchie e far finta sia tutto normale. Servono provvedimenti decisi e severi, in modo da convincere le squadre ad educare, nei limiti del possibile, i propri tifosi.

La soluzione? Pene severe, e che siano severe per davvero. La diffida deve esistere una volta sola, non può ripetersi svariate volte nel tempo senza portare a nulla di concreto. Le multe pecuniarie devono lasciare il segno, in modo tale da portare i club ad una politica seria di gestione interna dei tifosi, accantonando definitivamente il modus operandi attuale che consiste in una fragorosa alzata di spalle. Le squalifiche devono esserci, e devono essere assolutamente esemplari.

Personalmente non reggo più la situazione, che ormai si protrae da troppo tempo; ho ancora nelle orecchie i versi da primate rivolti a Zoro in quel lontano Messina-Inter. E le motivazioni da cerebrolesi degli interisti di allora sono le stesse delle motivazioni da cerebrolesi dei personaggi da stadio che oggi ululano a Balotelli: “Non è perché è nero, perché di giocatori neri siamo pieni. E’ perché è Zoro.” Ieri Zoro, oggi Balotelli, con in mezzo Pogba, Adriano, Eto’o, Boateng e tanti altri.

Non è sfottò. E’ razzismo. Ce li siamo rotti i coglioni?

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