Avanti il prossimo…

 “Allegri? No el capisse un casso”…”tatticamente  Allegri ci  capisce poco,  non è adatto e sbaglia sempre le formazioni”…”aveva fra le mani la qualificazione col Barcellona ma ha gettato  tutto al vento”… per colpa sua  abbiamo perso Pirlo e ha spinto Pato  ad  andare via”.
Sono tutte dichiarazioni rese o comunque attribuite, senza smentita, a Berlusconi negli ultimi mesi.
Sebbene si siano moltiplicate le attestazioni di stima dei giocatori negli ultimi giorni, il destino di Allegri a  fine stagione,  a meno di clamorosi colpi di scena, sembra segnato: esonero o risoluzione consensuale.
Giusto o sbagliato che sia l’addio del tecnico, a  seconda della sensibilità e simpatia -antipatia di ciascuno di noi nei suoi confronti, è il momento di esaminare i candidati al suo scranno.
I rumors indicano in Clarence Seedorf, per gli estimatori “il professore”, per tutti gli altri “culonio” o “fancazzo”, il principale candidato alla successione.
I pro  della  scelta  Seedorf:   personalità straripante  e   carisma,    conoscenza  totale dell’ambiente Milan, grande facilità, per qualità e innata paraculaggine, a rapportarsi con i media, stima  incondizionata di  Berlusconi  (qualcuno già pensa al prossimo mercato?),  buon rapporto con Galliani, esperienza e conoscenze nel calcio europeo (ma   ora   anche sudamericano).
I contro: non è un allenatore, lo era in campo ma è ben diverso esserlo in panchina, è andato via da un solo anno dallo spogliatoio, sono cambiati alcuni volti ma la gran parte li conosce bene, pure troppo. Sebbene i senatori si siano ormai quasi totalmente estinti, potrebbe partire  da preconcetti maturati in precedenza  ed  essere visto  dallo  spogliatoio  non come  una novità tutta da scoprire  ma come una minestra  riscaldata di cui si conoscono in anticipo i sapori e ci si stanca presto.
L’eventuale scelta di avvalersi  di Seedorf viene spesso paragonata a quella di Leonardo, ma a parte l’essere entrambi poliglotti e privi del patentino  da  allenatore,  non vedo altre affinità.   Leonardo  era un dirigente del  Milan  non  convinto di  fare l’allenatore  (infatti ora sta  dietro la scrivania  a Parigi, ma  tempo che voi abbiate  finito di  leggere  questo articolo avrà già cambiato idea e professione), uno pseudo tecnico fortemente  caldeggiato a  Berlusconi  da  Galliani, il quale  non vedeva l’ora di segargli le gambe da dirigente  per eliminare quello che dai più veniva candidato come suo successore alla carica di V.p.V:  dunque una non scelta di Berlusconi (il quale sognava il Cigno).
Last but not least Leonardo era stato un  dirigente  tra i cui compiti rientrava quello di far sentire a casa propria i brasiliani del Milan, per tale motivo probabilmente non visto con grande simpatia dai senatori italiani del Milan.

Dato che la scelta dovrà rimanere nell’ambito di coloro che hanno fatto la storia del Milan, come ha ricordato Galliani, altro nome caldo è quello di Donadoni,  mio grande idolo giovanile.  Tra gli ex rossoneri candidati  alla panchina è l’unico che abbia fatto della gavetta:  serie C1 con il Lecco,  poi  Livorno in B, Genoa  e  così via.  Nazionale a parte,  l’unica esperienza  in una grande piazza  è stata  quella  di  Napoli, tornato  in serie A  da un anno,  terminata  con  l’esonero, poi tutte piazze  provinciali.   L’impressione è che Donadoni verrebbe scelto più per le qualità morali e perchè  allenatore sempre filosocietario che non per le capacità professionali.

L’eterno candidato presidenziale è Marco Van Basten, se solo avesse voluto tre anni fa la panchina rossonera sarebbe stata sua e non di Allegri.  Declinò l’offerta dichiarando che i problemi alla caviglia gli avrebbero impedito di seguire il lavoro sul campo.  Più probabilmente era poco convinto del progetto Milan. Uomo dal carattere spigoloso, non facile ai compromessi, tra tutti i candidati, viste  le  pregresse  esperienze,   parrebbe  quello  più   indicato  per lavorare con i giovani,  non trovando  tra  l’altro  nello  spogliatoio personalità forti (Balotelli a parte) con le quali scontrarsi, come viceversa sarebbe avvenuto in passato. Il curriculum non è inferiore a quello di Rijkaard quando venne scelto dal Barcellona. Le perplessità nascono dal fatto che  dopo un inizio promettente alla guida della nazionale ( agli europei  del  2008  la  sua  Olanda  praticò  il gioco  più divertente e spettacolare,  con interpreti  di  talento  ma ancora giovanissimi), la sua carriera sembra essersi arenata nelle lande olandesi.  L’impressione è che il treno buono per lui sia già passato, ma se  ha  ancora  ambizione e  si  sente  nella testa di essere ancora un allenatore da  grande club, allora potrebbe  essere una scommesa intrigante.

  Altri candidati ex rossoneri paiono o prematuri, come Inzaghi (per il quale si riproporrebbero alcune problematiche di Seedorf),  oppure come una scelta di transizione (es. Costacurta) in attesa che si liberi Prandelli dopo il mondiale del 2014.

  In conclusione, nessuna delle soluzioni interne mi pare convincente ed esente da forti rischi,   ma dobbiamo fare di necessità virtù.  Dovendo il prossimo allenatore lavorare presumibilmente con una squadra ancor più giovane di quella attuale, sarebbe preferibile una figura che sia in grado sia di conquistare il cuore e le menti dei giovani virgulti, senza entrare in contrasto con i  giocatori  di  più  elevata  personalità,  sia di  far loro da  parafulmine con i media  durante le immancabili burrasche.   In tal senso il primo da  escludere  mi appare   Donadoni,   ovvero  l’unico  vero allenatore  del  lotto.  Lo escludo  perchè,   pur essendo  una gran brava persona,   non mi sembra abbia l’appeal  necessario  per  trascinarsi dietro la squadra che verrà; non gode  inoltre  del   favore  di buona parte della  stampa,  con la quale si   pregiudicò  i  rapporti   all’epoca   dell’europeo e  non  potrebbe  dunque essere,   suo malgrado,  uno  scudo.  Van Basten è  quello  che  darebbe più  garanzie nel  lavoro con i giovani,  che presumo lo  ascolterebbero  in ossequioso silenzio;  la stampa lo rispetterebbe  quale ex enorme  fuoriclasse, ma  per carattere del ns.  Marco non penso ci sarebbe un grande feeling con i giornalisti.  Ho inoltre il dubbio che potrebbe entrare in contrasto con uno come Balotelli.

Rimane un solo nome, indovinate chi è?

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