Pre partita Juventus-Milan

Il caldo primaverile e i prati addobbati di margherite in fiore non riescono ad allentare la tensione del tifoso rossonero, il cui pensiero è costantemente rivolto a domenica sera, quando il Milan dovrà addentrarsi nel ventre della tana della Banda Bassotti, luogo alquanto inospitale per chiunque.

La posta in gioco, come sempre, è altissima: la Juventus si gioca la vittoria del campionato (il numero 29 secondo le statistiche ufficiali, 29 + n secondo statistiche proprie, 29 – 29 secondo equità), mentre il Milan si gioca un posto in Champions League, obiettivo di importanza incommensurabile data l’attuale congiuntura economica.

La brama di successo di ciascuna contendente, combinata al desiderio di frustrare le aspirazioni avversarie, amplifica  esponenzialmente la volontà di uscire vincitori. Esiste un lungo elenco di cose che il tifoso rossonero più accanito (quello per cui non potrebbe esistere termine più azzeccato di diavolo) preferirebbe fare, piuttosto che vedere la propria squadra sconfitta dalla Juventus. Bersi un long island con il naso, tirare una smignolata nello spigolo dei mobili, subire un intervento al seno, andare ad un concerto di Fabri Fibra, sono solo alcuni esempi, e nemmeno i peggiori.

Tuttavia, le premesse con cui ci appropinquiamo all’evento non sono sicuramente favorevoli. La Juventus ha sete di vendetta (e non si accontenterà di un long island su per il naso) dato l’epilogo dell’andata, conclusa a nostro favore non senza polemiche. E, d’altra parte, gli esagitati supporter della vecchia signora non si possono biasimare: un gol di Robinho ed una decisione arbitrale loro avversa, nello stesso incontro, non capitano tutti i giorni.

Il Milan, dal canto suo, non sembra attraversare un momento particolarmente felice, essendo temporaneamente privo dei due pezzi più pregiati e attraversando un periodo di altissima pressione.

Il faraone, dopo mesi di forma strepitosa e sorprendenti dimostrazioni di maturità, sta mostrando qualche comprensibile cenno di stanchezza e, cosa ben peggiore, sembra fare qualche capriccio. Posto che certe voci vanno prese con le molle (essendo noto quanto piaccia alla stampa sportiva creare casi sul nulla), parimenti analisi e considerazioni sviluppate quando tutto va per il meglio si rivelano spesso fuorvianti ed equidistanti dalla reale sostanza delle cose. Ad ogni modo, El Shaarawy si è eclissato ed il suo pieno recupero è fondamentale, trattandosi probabilmente dell’unico giocatore -assieme a Boateng- potenzialmente in grado di fare la differenza.

Balotelli è stato –gratuitamente- squalificato per alcune parole offensive (offensive?) pagando a caro prezzo non tanto ciò che ha fatto quanto l’immagine che si è creato. L’esito del ricorso è atteso ad ore ma la sua presenza domenica è assolutamente improbabile. Quanto accaduto getta ulteriore benzina sul fuoco di un periodo caratterizzato da roventi polemiche su chi favorisce/penalizza chi, accompagnate e fomentate da importanti campagne di stampa (come da tradizione di noi pseudo-sportivi italiani, che non a caso appioppiamo l’appellativo di “derby d’italia” all’invereconda sfida gobbi vs cugini, alludendo al fatto che gli italiani sono mediamente disonesti e piagnoni).

Dulcis in fundo, ciò che non consente al tifoso rossonero di dormire sonni tranquilli è il concreto rischio di “remuntada” da parte delle dirette inseguitrici. Se la fonetica del termine è gradevole quanto il suono delle unghie contro il muro, il concetto può esserlo ancora meno, laddove la squadra deputata ad essere remuntata è proprio la tua. Come lo scorso anno, il Milan arriva in primavera sulle gambe, al termine di una furiosa galoppata necessaria a recuperare la falsa partenza. Queste situazioni tendono a dare coraggio a chi vede il proprio svantaggio assottigliarsi infondendo timore e nervosismo in chi perde terreno, pertanto il calendario infernale finisce per fare il gioco delle inseguitrici, costringendo il Milan a dover fare uno sforzo extra per rimanere lucido e dominare la tensione.

Ciò che invece depone decisamente a favore dei rossoneri è il fatto di non godere dei favori del pronostico, soprattutto del Profeta Calmoni, occasionalmente in pellegrinaggio in terra iberica ad ammazzarsi di sangria.

A livello tattico le principali perplessità sono a centrocampo. Molto probabile l’impiego di Ambrosini, la speranza è che il capitano possa compensare con la sua personalità e carica agonistica il calo fisico conseguente all’avanzare dell’età. Una buona prestazione dell’intero reparto potrebbe essere la chiave del match, dal momento che la Juventus opporrà quel centrocampo folto, solido e dinamico che ne costituisce il principale punto di forza. Fondamentale anche la buona vena di Montolivo, che dovrà presumibilmente vedersela con il pressing alto di Marchisio.

L’impiego di El Shaarawy tra le linee decentrato sulla sinistra potrebbe far male alla retroguardia bianconera e costringere Lichtsteiner a limitare le proprie scorribande offensive per proteggere maggiormente la difesa. Tuttavia esiste il pericolo di isolare eccessivamente Pazzini, il quale, preda dell’ermetica difesa a tre avversaria, potrebbe faticare a reggere il reparto. Sotto questo profilo, a parere di chi scrive, sarebbe preferibile insistere su Boateng fuori ruolo, per lasciare spazio a Niang nella ripresa, quando le maglie si allargano e può fare più male. Robinho? No grazie.

Che Dio ce la mandi buona, oppure, se proprio non vuole, che provveda il faraone.

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