La “zona grigia”, questa sconosciuta

Il fastidio degli agnolotti domenicali mangiati a metà pomeriggio è passato, e con esso pure la faticosissima digestione del cocktail di ingenuità rossonera e originalità (chiamiamola così) tagliaventiana. Sarebbe dunque ora di capire, al di là degli orrori arbitrali, per quale motivo il Milan non è sceso in campo nella ripresa all’Artemio Franchi, consentendo ad una Fiorentina, meno che mediocre e in dieci uomini, di risorgere da un doppio svantaggio.

Volendo, il discorso si potrebbe estendere a numerose occasioni in cui questo Milan ha spento del tutto la luce in momenti inaspettati: se è vero infatti che questa squadra ha mostrato più volte la capacità di rimontare una situazione avversa (a Palermo, Napoli, Catania, col Torino), altre volte è stato rimontato più per demeriti propri che per prestazioni straordinarie dell’avversario (contro lo Zenit nonostante la vittoria, nel derby di ritorno, contro la Fiorentina ieri), oltre a momenti di gara nei quali, a dispetto della debolezza dell’avversario, la squadra non riusciva a mettere insieme tre passaggi di fila (i primi tempi di Cagliari e contro il Parma in casa).

Un andamento spesso schizofrenico, con oscillazioni notevoli nell’ambito della medesima gara, come se per i nostri non esistesse quella zona grigia calcistica di amministrazione di un vantaggio, noiosa ma fondamentale per portare a casa i tre punti.

La ripetitività del fenomeno, che dunque non può considerarsi casuale, è da ricercarsi nell’assenza in rosa – attaccanti e Montolivo esclusi – di qualità , oltre che della capacità di ragionare col pallone tra i piedi.
Basta osservare la composizione del reparto mediano: giocatori come Nocerino, Muntari, Flamini, gente di buona gamba e dalle discrete capacità d’inserimento verticale senza palla, sarebbero stati utili nel Milan di 6-7 anni fa, come contraltare dinamico a giocatori dai piedi vellutati ma sin troppo statici e orizzontali. Ora invece sono il piatto più pesante sulla bilancia tecnica del nostro centrocampo.

Lo stesso Boateng, che è di un altro livello, non possiede la caratteristiche da incantatore di palloni, utili molte volte a far respirare la squadra per quel secondo in più, consentendo magari agli attaccanti di posizionarsi per un ribaltamento di fronte efficace.

Spesso è sufficiente pressare la squadra sulla trequarti per lasciare Montolivo privo di opzioni decenti, a causa dell’assenza di un qualsiasi referente tecnico che parli in campo la sua stessa lingua.

Il problema peraltro si aggrava se si guarda alla difesa: la perdita di Thiago e Nesta infatti, oltre a privare il Milan di due straordinari cavalli di Frisia difensivi, ha tolto in blocco la possibilità di un’uscita pulita della palla dalla difesa.
Il romano ed il brasiliano erano in grado di impostare con precisione da registi se liberi, di scegliere l’opzione meno rischiosa per loro e per il destinatario del passaggio se pressati, di servire con un lancio lungo il centravanti quando tutta la mediana era nascosta dietro ad una selva di maglie avversarie (scelta che, se non abituale, dovrebbe comunque essere utilizzata di nuovo ora in momenti di sofferenza, visto che Balotelli la boa in avanti la sa fare).

Zapata e Mexès, pur con i miglioramenti che hanno avuto come coppia in questi mesi, sono un’altra cosa purtroppo.

Al di là di quella che sarà la posizione in classifica a fine campionato e, di conseguenza, gli obiettivi economicamente raggiungibili, sarà fondamentale che una certa qualità venga comunque perseguita, sia nel difensore che dovrà saper impostare decentemente il primo passaggio in fase di riconquista del pallone (magari con Salamon che a Brescia faceva il mediano, la soluzione potrebbe già esistere in casa…), sia nel centrocampista che, pur non statico, dovrà per forza di cose avere nella ratio e nella visione di gioco le sue caratteristiche preponderanti.

Spesso la qualità non affiora solo quando le cose vanno bene, anzi, spesso ti aiuta a galleggiare e a fregare in un attimo le correnti avverse.
Speriamo che, nonostante fiscalità spagnole che già stanno facendo la prova costume, fatturati e marketing dei club inglesi che stanno prenotando le vacanze a Cattolica e stadi di proprietà a zonzo per lo Stivale in sandali col calzino, la dirigenza sappia trovare i pezzi giusti a prezzi di realizzo come di consuetudine, ormai, per il Milan low-cost.

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