Rossoneri precari

La riforma del mercato del lavoro operata dalla legge n. 30/2003 è rimasta incompiuta per la triste nota vicenda, creando il fenomeno del “lavoro precario”. Se questo ha originato terribili conseguenze economiche e sociali, altrettanto non può dirsi in ambito calcistico. In Via Turati (pur con qualche anno di delay) i rossoneri con potere di firma hanno finalmente realizzato che non è obbligatorio confermare a tempo indeterminato calciatori di era mesozoica, con evidenti benefici finanziari e sportivi.

Si è quindi consolidata la virtuosa abitudine di valutare il rinnovo dei calciatori precari al termine di ogni stagione, in rapporto al rendimento offerto e a quello che ragionevolmente possono ancora offrire.

Dopo le recenti rivoluzioni estive, anche quest’anno il futuro di numerosi giocatori è ancora tutto da definire. Diversi sono in scadenza contrattuale o in prestito con diritto di riscatto. Vediamoli nel dettaglio.

Christian Abbiati

Tra un campione di livello assoluto e una pippa immonda ci sono in mezzo molte sfumature. Abbiati è al Milan dal leggendario scudetto di Zaccheroni e Bierhoff (con qualche motivata interruzione), ma ancora ad oggi non si riesce a capire a quale livello vada collocato, essendo capace di interventi prodigiosi come di esasperanti nefandezze. Il sogno del tifoso milanista sarebbe quello di ricominciare con un portiere più giovane e di gran talento, ma purtroppo questi elementi sono merce rara e generalmente costosa. Per Marchetti occorre affrontare Lotito. Più facile arrivare a Perin, che però sarebbe una scommessa. Se fossi un rossonero di Via Turati con potere di firma, rinnoverei Abbiati e sostituirei Amelia.

Massimo Ambrosini

Negli anni in cui l’età media della squadra era elevatissima si è gettato sui senatori letame di ogni provenienza. Personalmente non mi sognerei mai di sminuire il contributo dell’attuale capitano. Carisma, professionismo esemplare, tenacia, compostezza, attaccamento alla maglia. Ambrosini può ancora offrire un contributo, ma non lo stesso tipo di contributo. Con un centrocampo forte, Ambrosini potrà fare da chioccia ai nuovi arrivati e dar loro occasionalmente il cambio. Ma se il Milan avrà ancora un centrocampo pieno di “valide alternative” ma privo di autentici campioni, allora è preferibile non rinnovargli il contratto e preservare il ricordo estremamente positivo costruito negli anni. Gettarlo nella mischia nei big-match, magari pretendendo che corra per due, è una cosa veramente masochista.

Daniele Bonera

Valgono, in parte, le medesime conclusioni fatte per il centrocampo: la difesa del Milan è composta da tanti giocatori che possono rappresentare “valide alternative” e pochi elementi in grado di tamponare, anche parzialmente, lo squarcio aperto dalla partenza di Nesta e Silva. Bonera vive da sempre in una zona di limbo tra campo e panchina, tra centro e fascia, tra senatori e sig.ri nessuno. Se arriverà un difensore centrale molto forte, Daniele Bonera potrà costituire una alternativa. Se viene confermato il resto della difesa probabilmente è meglio accomiatarsi e cercare un giovane da coltivare.

Bojan Krkic

Prima di consultare un noto sito specializzato in calciomercato, al sottoscritto non era chiaro se il diritto di riscatto (di ben 15 milioni di euro) dovesse essere versato al Barcellona o alla Roma. Dopo averlo consultato, al sottoscritto non è ancora chiaro perché mai lo si dovrebbe esercitare. Lo spagnolo è un giocatore difficile da identificare e da collocare in un attacco che attualmente pare completo di tutte le figure. Ergo, se anziché scrivere scemenze facessi il bookmaker, il suo riscatto sarebbe quotato in misura piuttosto remunerativa.

Mathieu Flamini

L’esperienza rossonera è caratterizzata da un’alternanza di alti e bassi, i cui alti non lo hanno portato a ripetere il rendimento di Londra (che gli era valso una discreta proposta contrattuale) e i cui bassi lo hanno portato ad una eclissi totale. Il francese, in tanti anni di Milan, ha fatto veramente poco per guadagnarsi la conferma. In questa stagione, complice un rendimento mediocre di altri centrocampisti, ha collezionato diverse presenze, facendo il suo dovere senza eccellere. La conferma non è una bestemmia, ma deve essere valutata in stretta connessione con l’allestimento complessivo del reparto, nel quale, come già detto e ribadito, ci sono troppi mezzi giocatori.

Mario Yepes

Prima di entrare nel merito del rinnovo contrattuale consentitemi una breve digressione su corsi e ricorsi storici. Marione ha trascorso la parte migliore della sua carriera al Paris Saint Germain, in un’epoca in cui il Milan Ancelottiano era considerato tra le più belle squadre della storia ed il campionato francese non se lo filava nessuno (il difensore colombiano, poi, era noto al massimo a qualche appassionato di Iss Pro). Quasi un decennio dopo, uno Yepes al tramonto viene a svernare a Milanello e successivamente il Paris Saint Germain ci spilla il miglior difensore in circolazione. Tempi che cambiano.. Al Milan non ha giocato male, almeno in rapporto alle aspettative, ma alla veneranda età di 37 anni, a parere di chi scrive, può tranquillamente tornare a chiudere la carriera in patria, dove il suo barbiere lo cerca disperatamente da metà anni ’80.

Christian Zapata

Zapata è quanto di più simile a Dr. Jekyll e Mr. Hyde ci sia in rosa, alternando prestazioni da autentica diga a imbarazzanti strafalcioni. E’ eccellente nell’uno contro uno, ma soffre di cali di concentrazione e talvolta va in difficoltà se attaccato in determinati modi (come negli inserimenti dei centrocampisti) a causa di qualche limite di posizionamento. Per questo motivo, può rendere al meglio solo se il centrocampo filtra a dovere. La sua velocità può consentire di tenere alta la difesa e comprimere lo spazio tra le linee. Pertanto, un giocatore con queste caratteristiche nella cassetta degli attrezzi può certamente fare comodo. Vedendo cosa offre il mercato e valutate le cifre non proibitive a cui è fissato il riscatto, la conferma è una mossa sensata. Probabilmente i vertici rossoneri intendono acquistarlo senza esercitare la clausola del riscatto ma intavolando una nuova trattativa al ribasso.

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