Uno sguardo all’orizzonte

Nell’ebbrezza della vittoria e dei successi non si hanno mai la lucidità e la lungimiranza necessarie per pianificare il futuro. Errore tipico del calcio nostrano, improntato all’esaltazione del presente e alla concezione del “tutto e subito”. Difficile del resto pretendere che in tempi non sospetti, specialmente in una realtà come quella rossonera, si potesse pensare ad assicurarsi un valido serbatoio di giovani forze, da innestare anno dopo anno per dare nuova linfa al ciclo dei campionissimi. Soltanto uno stravolgimento epocale, rappresentato dalla ingente crisi economica che ha travolto ogni aspetto della vita degli europei, non ultimo il tanto amato gioco del calcio, poteva portare un cambiamento di rotta.
Eppure in casa Milan le premesse non erano affatto positive. Nonostante un “progetto-giovani“ sventolato qua e là in tutte le interviste da dirigenti e/o allenatori, negli ultimi anni non si era visto un lavoro fruttifero in tal senso.  Se il tifoso milanista si fosse soffermato, fino all’anno scorso, sul fatto che gli ultimi due giocatori del vivaio a rendersi utili per l’undici titolare erano Abate e Antonini, si sarebbe reso facilmente conto di avere pochi motivi per essere fiducioso. E invece la situazione si è inaspettatamente capovolta nel giro di due stagioni.
Sicuramente un grande merito va dato al lavoro, sottovalutato, di Giovanni Stroppa. Vero è che la sua Primavera non ottenne grandi risultati, ma diversi elementi hanno iniziato il loro percorso di maturazione sotto la sua guida. Maturazione proseguita con Dolcetti, aiutato da una società che finalmente ha iniziato a concentrare i suoi sforzi, in primis economici, sul settore giovanile. Non è un caso quindi che dando uno sguardo al potenziale dei diversi giovani in ottica Milan, nonché di quelli in giro per l’Italia tra prestiti e comproprietà, il quadro sia rassicurante. Se non addirittura roseo.

Impossibile non andare subito con la mente a Mattia De Sciglio, forse il primo e più fulgido tra gli elementi che rendono ottimistica questa analisi sul futuro rossonero. Le prestazioni del ragazzo, classe 1992, hanno sbalordito, superando le migliori previsioni. Talento, classe, lucidità, attenzione, duttilità, lo rendono un elemento dal sicuro e brillante avvenire. Una delle fasce di difesa del Milan, e della Nazionale, è ormai sua. E lo sarà per molti anni, con limiti che ad oggi non è possibile definire.

La prossima stagione poi dovrebbe essere quella della consacrazione per un’altra stella, quel Bryan Cristante trascinatore della Primavera rossonera nell’ultimo Torneo di Viareggio, del quale è stato nominato MVP, nonostante la sconfitta in finale con l’Anderlecht. Apporto quantomai necessario il suo, un talento cristallino da incastonare come un gioiello in una mediana come quella della prima squadra, povera di classe e visione di gioco. Il ragazzo è rimasto sapientemente in “sordina”, tenuto lontano dalla cassa di risonanza mediatica, con abilità, da Adriano Galliani. Il suo contratto in scadenza nel 2014 e l’ingresso nella maggiore età ancora da compiere, avevano attirato l’attenzione di diverse società straniere. Ma anche qui il Milan non ha abbassato la guardia, gestendo la situazione con grande sicurezza e decisione, cosa che in passato non si sarebbe verificata, col rischio concreto di perdere un grande talento. Adesso, a rinnovo effettuato, il futuro è nelle sue mani. Indicato come vice-Montolivo nella rosa del prossimo anno, tuttavia le sue caratteristiche lo rendono adatto a giocare da mezz’ala, nell’attuale modulo di Allegri, e anche da trequartista. Grande visione di gioco e capacità di leggere l’azione sempre a testa alta sono caratteristiche che gli consentiranno senz’altro di farsi apprezzare dal Mister. Potrebbe davvero essere lui il grande colpo che manca al centrocampo rossonero.

Chi si è già consacrato, anche se pur sempre in ambito giovanile, è Simone Andrea Ganz, che con numeri impressionanti, quasi a voler seguire le orme del padre, è salito prepotentemente alla ribalta. Capocannoniere del Torneo di Viareggio con 5 reti, ha confermato nella importante vetrina internazionale il fiuto del gol dimostrato abbondantemente nel girone del Campionato Primavera, dove le marcature sono 14 su 15 presenze. Un ottimo bottino per l’attaccante classe 1993, che ora si presenterà in estate con un cospicuo bagaglio, di fronte al quale la società dovrà necessariamente riflettere con attenzione.

Da non sottovalutare, sempre per quel che riguarda gli attaccanti, la stagione di Andrea Petagna, giovanissimo ariete classe 1995, il cui fisico imponente lo rende devastante fra i suoi pari età. Sono 11 le reti messe a segno nel Campionato Primavera dal giovane triestino, fin qui. E anche lui si è messo in luce nel torneo di Viareggio per un’ottima confidenza col pallone, nonostante la stazza (1 metro e 91 centimetri di altezza!), e una grande capacità di proteggere palla e far salire la squadra, dialogando con intelligenza coi compagni di reparto. Anche qui insomma, nonostante la giovane età, parliamo di un sicuro prospetto.

Per quanto riguarda i giocatori in prestito, il colpo d’occhio lo offre senza dubbio alcuno Gianmario Comi. Anch’egli figlio d’arte,  in comproprietà tra Milan e Torino, alla prima stagione tra i professionisti ha messo a segno 11 reti su 30 presenze complessive. Considerando che 11 volte è uscito prima del novantesimo, e altre 11 volte è subentrato a partita in corso, si capisce come la sua media realizzativa sia più che buona. E’ probabile però che il suo cartellino possa finire interamente al Torino, che ha un’opzione di riscatto intorno agli 800.000 Euro (i rossoneri ne avevano versati 300.000 per la comproprietà due stagioni fa), ma è indubbio che anche in questo caso il Milan ha la possibilità di trarre una evidente utilità, seppur meramente economica, da un ragazzo della primavera.

Altra menzione va sicuramente fatta per Marco Ezio Fossati, centrocampista centrale classe 1992 dalle spiccate doti tecniche e offensive, uno dei tanti giovani che hanno fatto la spola tra Milan e Inter nelle ultime stagioni. Una stagione su buoni livelli quella vissuta dal ragazzo ad Ascoli, con 27 presenze e 4 reti all’attivo. Un indubbio talento che ha sempre avuto, fino ad ora, problemi esclusivamente caratteriali e di approccio. Qualora la sua maturazione dovesse proseguire, come sembra, sarebbe un altro elemento importante per il centrocampo, in ottica di acquisizione di qualità e piedi buoni.

Se poi si considera l’acquisto di Riccardo Saponara dall’Empoli e Bartosz Salamon dal Brescia nella sessione invernale, la costante attenzione per la situazione di Jorginho del Verona  e le buone potenzialità mostrate, sempre in mediana, da capitan Lora nella squadra Primavera, si ha un quadro ancora più completo delle prospettive future,  e delle intenzioni della società in questa direzione.
Senza poi soffermarci sull’età, il valore, e il contributo dato a questa stagione da Stephan El Shaarawy, Mario Balotelli e Mbaye Niang, tutti giovanissimi, ma non provenienti dal settore giovanile.
In sostanza, la società si è indubbiamente mossa tardi nella giusta direzione, quella di rendere i vivai degli effettivi serbatoi di calciatori, pronti per la prima squadra, o anche utili per monetizzare o da inserire in trattative con altre squadre per ottenere altri elementi più utili e adatti al progetto.
Ma è altrettanto palese che in poco tempo si è fatto un buon lavoro e che le prospettive sono radicalmente cambiate rispetto al passato. Ora c’è solo da augurarsi che la società perseveri nella rinnovata attenzione alla valorizzazione e allo sviluppo del settore giovanile, e che tutti questi giovani calciatori possano seguire la strada di De Sciglio, piuttosto che quella di Mattioni. E che il giovanissimo Hachim Mastour non si perda per strada, come successo fin qui a tutti i talenti eccessivamente precoci. Perché su di lui non ho, volutamente, speso nessuna parola. Un po’ perché sarebbe troppo prematuro, visto che parliamo di un quindicenne, un po’ per scaramanzia, perché le cose che questo ragazzino fa con il pallone sono a dir poco strabilianti. Guardiamo l’orizzonte con fiducia, e incrociamo le dita.

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