Per la serie “anche i Totem compiono gli anni…” auguri a te, Sandrino

A volte si sente il bisogno di idolatrare qualche giocatore, di posizionarlo lì, nell’Olimpo dei Campioni perché la storia lo ricordi a tempo indeterminato. Alessandro Nesta è uno di questi. Fine giugno 1994: neo adolescente mi appresto a guardare una partita della Nazionale Under 21. A un tratto sbuca un ragazzo, bello come il sole quando decide di andare a nanna: è lui, è Nesta, classe 1976. E’ amore a prima vista, esclamo “io già ti amo!” e tappezzo le pareti della mia camera, fregandomene delle urla di mia madre “che poi si sporcano i muri!”.

Mai avrei pensato che sarebbe diventato uno dei centrali più forti degli ultimi 20 anni e di tutti i tempi. E mai avrei immaginato che sarebbe diventato un pilastro del mio Milan. Elegante, professionista all’eccesso, perfetto nelle chiusure, meraviglioso nella scelta dei tempi, un cecchino delle retroguardia, bravo anche sui calci piazzati, bravo anche a segnare qualche gol. Sono sicura che Dio in persona – l’unico vero Baresi, non la fotocopia “tanto impegno ma zero classe” del fratello con la maglia a strisce nerazzurre – abbia pensato almeno un centinaio di volte di aver lasciato lo scettro di una difesa che tante battaglie aveva vinto, nei piedi e nel carattere di un combattente fatto di pura classe e di presenza insostituibile. Franco, hai visto? C’è chi ti stava emulando, e ti sta sotto giusto di un pelino.

Perché ricordarlo proprio oggi? E’ il suo trentasettesimo compleanno, ecco perché. E perché manca. Solo Eupalla sa come ci manca un totem in mezzo alla difesa, oggi più che mai. Il signor Messi ancora non si capacita di essere stato fermato senza fallo tempo fa. Caro Sandrino, su 1000 cose fatte ne avrai sbagliate una ventina, e sono di manica larga. E noi te le perdoniamo tutte. E io stessa ti perdono anche i tuoi “strani” gusti musicali, ti perdono dopo che, in un’intervista di parecchio tempo fa, asserivi che la tua canzone preferita fosse “Una rosa blu” di Michele Zarrillo (chiedo venia anche solo per il fatto di aver scritto una roba così oscena). Rincaro la dose: non hai nulla da farti perdonare, stacci vicino come hai fatto fino a ora. Perché qui la memoria non è labile, tanto meno il tuo ricordo. Sempre con noi, sempre uno di noi. Rossonero Sandrino, 10 anni di te. Auguri.

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