Il Visionario

Come sempre accade, nel calcio non esiste passato e futuro, ma soltanto l’enfasi dell’onda lunga di un risultato. Specie quando negativo, e pesante come quello di stasera.

Io invece sono completamente controtendenza, e penso che questo Milan dalla partita di stasera imparerà tante cose, ed uscirà più forte.

Sono consapevole di passare per un pazzo, ad oggi. E ci sta. Ma sono convinto che questa brutta batosta faccia parte del dazio da pagare per il nuovo corso rossonero.

C’è una mentalità europea da ricostruire, e ci sono degli interventi importanti da fare sul mercato, in alcune zone nevralgiche. Sintomatiche le parole di Allegri a fine gara, quando ha detto “dobbiamo crescere”. Chiaro messaggio alla società, perchè se è vero che abbiamo tirato fuori una bella nidiata di giovani e sistemato l’attacco per molti anni a venire, è altrettanto vero che a centrocampo manca fosforo e personalità per gestire il pallone nelle gare che pesano, e dietro manca quella figura di leader carismatico che sappia infondere coraggio e mantenere alta l’attenzione dei compagni di reparto, e soprattutto abbia piedi buoni per gestire la palla ed orchestrare l’azione fin dalle retrovie, che è la base di partenza per tutte le squadre che vanno lontano.

Tornando al presente e lasciando da parte per un attimo il futuro, era abbastanza facile prevedere che la partita di stasera sarebbe stata completamente diversa. Nè era giusto pensare che il Milan improvvisamente fosse diventato più forte di questo Barcellona, rodato da anni e anni di vittorie e di situazioni più o meno intricate risolte per arrivare in fondo alle varie competizioni, con un assetto tattico definito e uguale da anni e con un tasso tecnico nettamente superiore. La partita di andata forse aveva illuso più i tifosi stessi, che fino a qualche mese prima magari parlavano di serie B o di squadra di merda, che neanche i giocatori e l’ambiente.

Anche perchè la gara di stasera tutto sommato era stata impostata nello stesso modo di quella d’andata. Soltanto che la disposizione tattica di Roura, con una prima punta vera come Villa in campo e non in panchina, ha consentito a Messi di tornare ad agire tra le linee, dove fa più male, e dove l’argentino sa tirare fuori dal cilindro una magia, una perla, come quella dell’uno a zero.

Un gol così, al quinto minuto, ti taglia inevitabilmente le gambe. C’è poco da fare, bisogna essere abbastanza onesti da ammetterlo.

Oltre quello, c’è da considerare un giro palla molto più veloce da parte loro, con Iniesta, Xavi e Busquets padroni della zona nevralgica (cosa non successa a San Siro), con i nostri sempre secondi, su qualsiasi pallone, che fosse un lancio in verticale, un rinvio del portiere, o un rimpallo fortuito.

Alla fine probabilmente il peccato è quello di aver giocato il ritorno con due settimane di distanza, due settimane in cui il Barcellona era in grossa crisi, di fiducia più che altro, avendo viste incrinate alcune certezze dal Real Madrid, e dalle difficoltà incontrate con Depor e Siviglia. O probabilmente non sarebbe cambiato niente, ed è possibile. Certo che la caccia all’uomo di venerdì, e la fatica fatta sul campo del Genoa, ha influito, seppure non in maniera predominante. Come pure l’assenza di un punto di riferimento là davanti, uno che potesse prendere qualche fallo, tenere su qualche pallone.

Ma è anche vero che il nostro centrocampo non ha mai visto boccia. Se Montolivo viene a mancare all’appello (e purtroppo stasera è stato tra i peggiori, dopo mesi passati in cattedra a insegnare calcio) gli attaccanti sono sistematicamente privi di rifornimenti. Costretti a fare i terzini, El Shaarawy e Boateng, e costretto in un ruolo che per caratteristiche fisiche e tattiche ancora non può svolgere, il povero Niang. Il quale comunque ha grandi potenzialità, e al quale assolutamente non vanno addossate croci. Ha sbagliato, ma ne è consapevole lui stesso. E anche per lui quella di stasera sarà una lezione da imparare, che lo migliorerà.

L’unico aspetto che mi lascia un pò dubbioso è l’approccio mentale a queste partite europee. Da quando c’è Allegri si è perso col Tottenham (certo non squadra irresistibile), siamo stati quasi rimontati all’Emirates dopo un 4 a 0 all’andata, e siamo stati rimontati dal Barcellona. Non vorrei fosse un segnale di una certa mancanza di “attitudine” a preparare e gestire certe partite, ma al momento il mio è solo un piccolo pensiero “negativo”, dato che ho rivalutato decisamente l’operato del Mister da quando la squadra ha iniziato ad avere un senso più logico.

Magari questa batosta servirà anche a Massimiliano Allegri, ma mi auguro serva, soprattutto, alla società. Per spronarla a fare a Giugno, e non a Gennaio, il mercato adeguato per riportare il Milan su livelli migliori (e non intendo ai livelli del Barcellona, chiaramente).

Detto questo, nonostante tutto, sono fiero di questi ragazzi e contento di quest’annata. Un’annata piena di difficoltà, nella quale tanti validi ragazzi si sono fatti spazio e nella quale si stanno ponendo basi importanti per il futuro. Sotto con il campionato adesso, e con questa rincorsa al secondo posto, ampiamente alla portata.

Perchè continuo ad essere convinto che l’anno prossimo ci siano tutte le premesse per divertirsi, sul serio.

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